Vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2011, Like Crazy è arrivato al Festival di Roma con la classe di una storia d'amore ipnotica in cui Anton Yelchin e Felicity Jones dipingono una coppia di giovani innamorati ostacolati dalla distanza. E' un film sottile, intelligente, maturo.

Abbiamo incontrato il regista Drake Doremus e abbiamo parlato con lui di Like Crazy:

Like Crazy sembra molto personale. E' tratto da una tua esperienza diretta?
Esattamente. E' tratto da una mia storia d'amore a distanza nevrotica e basata su un jet-leg esistenziale che ha segnato profondamente la mia vita. Dovevo farci un film per esorcizzarla.

In che rapporti sei ora con l'altra metà della storia?
Siamo amici.

Senza rivelare nulla del bellissimo finale… come pensi possa svilupparsi il rapporto tra i due protagonisti?
Penso che vi sarà un nuovo inizio, vorranno ricominciare a conoscersi. E penso che questo sarà il desiderio di gran parte degli spettatori perché è difficile non affezionarsi a questi due giovani innamorati.

L'hai girato in continuità?
No!

Sembra girato in continuità…
Tutto merito del mio montatore, il grande Jonathan Alberts. Ha fatto un lavoro eccezionale.

Quanto avevi di girato?
90 ore! E' stato tutto merito di Jonathan. Ma io non sono un regista troppo protettivo nei confronti del suo materiale. Volevo girare molto per poi tagliare molto. Il montaggio è stato il processo più complesso, ma era tutto calcolato fin dall'inizio. E considera che ho girato tutto con una sola cinepresa e in sole quattro settimane. Tre settimane a Los Angeles e una a Londra.

Come hai scelto gli attori?
Anton lo volevo espressamente e sono riuscito a convincerlo abbastanza facilmente. Per quanto riguarda Felicity Jones, mi ha inviato un provino che mi ha letteralmente stregato.

Quanto hanno partecipato Anton e Felicity alla sceneggiatura del film?
Devo dire… molto. Hanno così amato i loro personaggi che sceglievano i libri che leggevano e i vestiti che indossavano. Si sono calati completamente nel film e mi hanno aiutato moltissimo con il background dei personaggi e i loro piccoli tic. Sono coautori a tutti gli effetti.

Come mai sembra un film europeo?
Perché il cinema europeo è stato un mio punto di rifewrimento fin dall'inizio. Penso a Le onde del destino di Lars von Trier che, se vedi attentamente Like crazy, non puoi non vedere come ispirazione fortissima nel modo in cui abbiamo semplicemente collegato una scena all'altra in stile orizzontale senza enfatizzare troppo la drammaticità dei momenti.