Come sapete, James Cameron si è diviso tra l'esplorazione dei fondali marini e la premiere mondiale di Titani 3D nelle ultime settimane.
Proprio durante una intervista telefonica da Tokyo, dove si stava svolgendo la presentazione del kolossal riconvertito in 3D, il regista ha parlato a Hero Complex di come le sue avventure subacquee stiano influenzando i due sequel che sta sviluppando:
La migliore ispirazione che ho avuto per Avatar 2 e 3 è stata avere a che fare con la straordinaria cultura marittima della Micronesia, che è basata sulle Stelle.
Durante lo sviluppo del suo progetto sulla Fossa delle Marianne, infatti, Cameron è venuto a contatto con le piccole nazioni isolane del Pacifico Occidentale. I micronesiani, una società marinara che ha navigato nel Pacifico per secoli senza l'utilizzo di carte navali e bussole, hanno in comune con gli abitanti di Pandora anche i toni caratteristici del blu (ovviamente non nella pelle):
Una vita passata in mare inevitabilmente si riflette nei colori tipici di una cultura.
Sappiamo che Avatar 2 ci presenterà gli Oceani di Pandora, ma comunque Cameron ci tiene a precisare che Deepsea Challenger è un progetto scientifico e completamente slegato dalla saga di Avatar che sta sviluppando con il National Geographic e al quale lavorerà ancora per qualche mese a Guam (dove effettuerà almeno altre due immersioni) prima di entrare definitivamente in pre-produzione con Avatar 2 (le cui riprese inizieranno probabilmente a fine anno):
Tutti cercano di collegare questi puntini. Tutti guardano al mondo con l'occhio di Hollywood. Quando esploro l'Oceano mi limito a fare quello, e quando faccio Avatar faccio Avatar. Rifiuto quest'idea che io stia facendo tutto questo come una ricerca per il mio film. Casomai, io faccio i film per guadagnare i soldi che mi permetteranno di fare immersioni.
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