Christopher Nolan e Brad Bird sono diventati i portabandiera della grandiosità cinematografica espressa dall'IMAX. Entrambi i registi hanno puntato davvero tanto su questa tecnologia per esaltare la spettacolarità delle loro pellicole: se Bird ha già dimostrato di recente la potenza del mezzo col suo adrenalinico Mission: Impossible – Protocollo Fantasma (ecco un approfondimento in merito), Nolan è pronto a ripetersi col suo Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno. La terza avventura di Batman proporrà ben 50 minuti di girato in IMAX rispetto ai 28 del Cavaliere Oscuro.

Intervistato dal periodico quadrimestrale della Directors Guild of America, il regista inglese ha spiegato nuovamente perché, secondo lui, le possibilità offerte dal formato siano nettamente superiori rispetto a quelle del 3D e di come la Warner abbia comunque spinto in direzione di un Batman tridimensionale.

Ecci i passaggi più interessanti della lunga intervista:

Ci sono state delle pressioni per girare Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno in 3D?

La Warner Bros. sarebbe stata molto felice, ma io ho detto ai ragazzi che volevo che il mio film fosse stilisticamente coerente con gli altri due e che avrei spinto l'acceleratore sull'IMAX per dare vita a delle immagini di elevatissima qualità. I film stereoscopici hanno un respiro troppo ristretto, intimo. Lo stesso uso del termine 3D è fuorviante. I film sono per loro stessa natura tridimensionali. Lo stesso concetto di fotografia cinematografica ruota attorno al 3D. La peculiarità della stereoscopia è che offre un ben preciso punto di vista, una prospettiva ben definita a ogni membro del pubblico. E questo può andare bene per i videogiochi o altre tecnologie immersive, ma se stiamo parlando di esperienza condivisa da un audience, mi risulta difficile ponderare il 3D. Preferisco le grandi tele, guardare verso uno schermo enorme che mi offre uno spettacolo di proporzioni altrimenti impensabili. Quando devi trattare con la stereoscopia, e abbiamo fatto una marea di test in tal senso, devi ridurre le dimensioni di modo che tutto si riduca a una piccola finestra davanti a te. L'effetto, la relazione che si viene a stabilire con l'osservatore, deve essere ponderata con precisione. E mi pare che in questa ondata iniziale di film 3D questa idea non è stata presa in esame con attenzione.

Hai pensato di comunicare queste tue impressioni sull'IMAX agli altri registi?

Giusto prima di Natale ho mostrato ad alcuni colleghi il prologo IMAX del Cavaliere Oscuro – Il Ritorno. Volevo dare loro la possibilità di assaggiare questo potenziale perché per me l'IMAX è davvero il miglior formato mai inventato per girare un film. E' al vertice e nessun'altra tecnologia è ancora in grado di rivaleggiare con esso. Volevo lanciare un messaggio: nessuno vuole mettere da parte le macchine da presa digitali. Ma se vogliamo che l'utilizzo della pellicola possa rimanere come opzione e qualcuno che lavora in un grande studio ha le risorse e le possibilità per usarla, dovrebbe far sentire la propria voce. Avvertivo la sensazione che se fossi stato zitto, avremmo iniziato a perdere questa opzione e sarebbe stata una vergogna. Quando guardo la proiezione di un'immagine acquisita digitalmente è qualitativamente inferiore rispetto a un originale negativo di stampa anamorfico o IMAX.

Non ami ripetere le riprese più volte, fai solo gli storyboard delle scene d'azione, eviti la lista delle inquadrature e usi solo una macchina da presa per le sequenze drammatiche. Significa che puoi montare il film in maniera più rapida?

Per un film come Memento avevo un paio di giorni per montare ogni giorno di riprese – equivalente a circa mezz'ora di giornalieri. Per Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, per riuscire a effettuare il director's cut in dieci settimane, ho, sostanzialmente, un giorno per ogni tre di riprese – equivalente a un'ora, un'ora e mezzo di girato. Stare seduto lì e guardare tutto è un'impresa ho un quantitativo davvero massivo di opzioni fra cui dover scegliere anche se giro nel modo più efficiente possibile. Per rendermi le cose ancora più complicate potrei darmi ulteriori alternative di scelta, ma cerco di limitare il tempo che dedico al montaggio proprio per riuscire a gestirlo oculatamente. Poi ho un montatore straordinario, Lee Smith, che assembla il tutto mentre giriamo. Voglio essere in grado di mettermi seduto davanti al materiale e essere sicuro di avere il tempo di esplorare per bene il tutto.