“… a differenza di alcuni altri miei film [sospiro] per fortuna Lo squalo ha resistito e non è invecchiato male” è uno straordinariamente onesto Steven Spielberg quello che in un breve video di presentazione, preparato apposta per la proiezione del suo Jaws al festival di Cannes, ammette la dura legge dell’invecchiamento dei film e si dice soddisfatto del riversamento in digitale “è davvero migliore della copia originale in 35mm appena uscita dai laboratori”. La cosa può sembrare scontata (tutti incensano una nuova versione di un proprio film) ma non da Spielberg che da tempo sostiene che sarà l’ultimo in assoluto a smettere di usare la pellicola.

Insomma, questo film è stato riversato e restaurato per bene e grazie a Dio ancora funziona oggi come ieri, è il succo del parere del regista. E non ha torto.

La cornice in cui si inscrive l’evento è la proiezione del film all’interno di Cannes Classics, sezione creata nel 2004 proprio per dare spazio alle versioni rimasterizzate di grandi classici pronti all’uscita home video. Lo squalo sarà infatti in Blu-ray a partire dal 22 Agosto prossimo, con 4 ore di extra. E chi ha una anche solo vaga cognizione di cosa sia successo e dell’inferno che è stata la lavorazione del film può immaginare che si tratti di 4 ore avvincenti quanto i 124 minuti del film: “…buona parte delle leggende che girano sulla lavorazione è vera, rivederlo mi ha ricordato la mia lotta titanica contro gli elementi, l’oceano e la sorte” è la chiosa di Spielberg in materia.

Confidando quindi che la Universal non avrebbe di certo tirato al risparmio con il riversamento del film l’unica preoccupazione poteva essere relativa alla grana della pellicola al momento di tradurla in digitale e a quel terribile effetto di perdita di credibilità che spesso i film girati in epoca analogica subiscono quando sottoposti al riversamento in digitale (è quando l’eccessiva definizione fa apparire le cose per quel che sono, una luce appare come un faro puntato, il trucco diventa evidente e un pupazzo suona fasullo).

Sulla prima questione (grana) nessun problema, non c’è disturbo alcuno, l’immagine è splendente, e il tramonto infuocato (che visto oggi ricorda quelli di War Horse) che di certo è il banco di prova migliore, è soddisfacente al 100%. Pure sulla seconda (credibilità), eccettuate un paio di scene in cui l’illuminazione è totalmente irreale, non ci sono problemi.

Dunque rimane solo il film. E’ vero come dice Spielberg che Lo Squalo è invecchiato alla grande, non ha perso smalto nè tensione, il motivo è semplice e se ne può accorgere chiunque guardandolo. Tantissime delle soluzioni e delle idee di trama e suspense imbastite da Spielberg hanno fatto scuola e sono utilizzate ancora oggi, dunque non sono mai uscite dal linguaggio del cinema, non appartengono al passato e anzi continuano ad essere la base del cinema moderno.

Inoltre oggi più di ieri è evidente la straordinaria operazione di mescolamento di generi operata da Spielberg. Passato alla storia come un horror Lo squalo ha in realtà pochi momenti di orrore (l’inizio, qualche morte e il finale) mentre per il resto è un western, per essere precisi uno di John Ford. La cittadina operosa, il sindaco corrotto, lo sceriffo integerrimo, la minaccia esterna, il giovane che viene da fuori, il cacciatore di taglie pericoloso e selvaggio che accompagna i due nelle lande desolate per risolvere il problema e infine il confronto finale a colpi di fucile parlano chiaro.

Se l’avete amato come horror riscopritelo come western.

TUTTI I DETTAGLI SULL'EDIZIONE BLU-RAY DISC DELLO SQUALO, IN USCITA IL 22 AGOSTO