L'ottimo successo di Looper in tutto il mondo sia come incassi (costato 30 milioni, ne ha incassati quasi 170 globalmente) che come impatto con la critica (leggi la nostra recensione) è da imputarsi anche alla storia non convenzionale su cui è basato il film, scritta dallo sceneggiatore e regista Rian Johnson.

E proprio lo script vede nello sceneggiatore e regista Jason Reitman un grande fan, che ha deciso di mandare un commento a EW di sostegno alla candidatura al film all'Oscar come miglior sceneggiatura originale, e in generale un invito all'Academy a prendere in maggiore considerazione il genere fantascientifico:

Cosa hanno in comune Alien, Blade Runner, Incontri Ravvicinati e Matrix? A parte l'essere classici senza tempo che hanno cambiato il modo in cui vediamo il cinema. Nessuno di questi film ha mai ottenuto un riconoscimento per la loro sceneggiatura – ma è solo perché ci sono delle auto volanti, il sonno criogenico e creature con acido nel loro sangue? Forse siamo così assorti da non notare come questi film esaminino in maniera eccellente alcune idee davvero complesse. O forse, come sceneggiatori, abbiamo una sorta di pregiudizio nei confronti dei costumi e delle scenografie futuristiche.

Analizzando questi film, ci rendiamo conto che i temi sono dei classici: crisi di mezza età, la maternità, l'uguaglianza tra i generi, la fragilità dell'esistenza umana. Alien sollevava domande rivoluzionarie sulle politiche ambientaliste e l'uguaglianza delle donne. Matrix si addentrava nel concetto di percezione e realtà, forse più di qualsiasi altro film abbia mai visto. Per qualche motivo, tendiamo a non notare quanto siano scritti bene.

Looper non è un film sul viaggio nel tempo. Non è un film sui poteri telecinetici. Non c'entrano le motociclette volanti o gli allucinogeni. Utilizza tutti questi elementi come altri film fantascientifici, ma fa una netta differenza tra gli oggetti di scena e la sceneggiatura. Il viaggio nel tempo è un oggetto. Looper racconta ciò che diremmo da 55enni alla nostra versione 25enne davanti a una tazza di caffè. Parla dell'amore nella terza età. Parla del superamento del trauma, e del sacrificio.

Looper viene narrato con una tale sottigliezza che è facile dimenticare quanto sono difficili gli elementi che manipola Rian Johnson con grazia e acume. La sua sceneggiatura impiega una fluidità strutturale senza paragoni, visioni complesse e commoventi del futuro, e un linguaggio originale che suona in qualche modo come esotico, eppure famigliare. E' ambizioso e colossale, eppure è un film indipendente. Possiamo solo immaginare cosa sarebbe potuto succedere alla sceneggiatura di Johnson se fosse stata costretta a passare da più mani.

Probabilmente la sceneggiatura più originale di quest'anno non otterrà riconoscimenti. Looper è originale, intrattiene, stimola la riflessione in tutti i modi in cui un film potrebbe farlo. E' quel genere di film che ci ricorda per quale motivo andiamo al cinema o facciamo film. Una bella storia che merita di essere ricordata, ma anche di ricevere riconoscimenti.

Questa la sinossi del film:

In questo thriller d'azione futuristico, il viaggio nel tempo è già stato inventato, ma è illegale e disponibile solo sul mercato nero. Accade così che quando ci si vuole sbarazzare di qualcuno, lo si invia a 30 anni prima, dove un "looper" – ossia un pistolero ingaggiato, come Joe (Joseph Gordon-Levitt), lo attende per "liquidare la questione", in questo modo, nel futuro, non rimane traccia del crimine. Tutto fila liscio … fino al giorno in cui si decide di 'chiudere il cerchio' inviando nel passato il Joe del futuro (Bruce Willis) per ucciderlo.

Looper, diretto da Rian Johnson, uscirà il 31 Gennaio al cinema in Italia.