Il suo titolo è anche decisamente appropriato per descrivere l’ultima opera dei fratelli Wachowski (più la non indifferente aggiunta di Tom Tykwer), quel Cloud Atlas che in molti, noi compresi, avevamo definito come “ambizioso”, magari in maniera azzardata, ben prima del suo arrivo nelle sale cinematografiche.
170 minuti di film in cui sei differenti storie ambientate in altrettante epoche vengono raccontate come se si trattasse di un unico grande tassello o, per usare una metafora presa di peso dalla pellicola, di tante piccole gocce che, tutte insieme, formano un oceano. Non è una roba che si vede abitualmente nei multisala e, a dire il vero, neanche in quelle sale ormai deputate alla proiezione di quelle pellicole lontane da certe dinamiche commerciali ormai ben consolidate.
È necessario attenersi alla netiquette, alla community infatti si richiede l’automoderazione: non sono ammessi insulti, commenti off topic, flame. Si prega di segnalare i commenti che violano la netiquette, BAD si riserva di intervenire con la cancellazione o il ban definitivo.