Qualche giorno fa vi abbiamo parlato di The Nostalgist, un corto diretto da Giacomo Cimini e primo adattamento di un'opera di Daniel H. Wilson (autore anche di Robopocalypse, che verrà adattato da Steven Spielberg).

Siamo stati sul set londinese del cortometraggio, e tra le altre cose abbiamo anche avuto modo di parlare con uno dei numerosi artisti di fama internazionale che hanno lavorato al progetto: Alessandro Bertolazzi.

Definire Alessandro Bertolazzi un “makeup artist” è più che riduttivo. Vederlo all’opera sul set di The Nostalgist, è infatti un privilegio. Spiare le mosse rapidissime e precise, osservarlo mentre aggiunge un po’ di sangue raggrumato qui e un ciuffo di barba là è come essere rannicchiati in un angolo dello studio di Renoir mentre da’ gli ultimi ritocchi a un ritratto.

Il paragone pittorico non è casuale: Alessandro mi spiega infatti che i suoi personaggi traggono ispirazione dalle opere di artisti come Nathan Ford o Francis Bacon.

Inoltre, l’aspetto esteriore viene creato a partire da uno studio approfondito sulla sua psicologia e sul suo passato. Ogni ruga ha un significato, ogni lentiggine è parte di un progetto più ampio. È così che ha preso forma Raoul Silva, il cattivo di 007 – Skyfall: lui e Javier Bardem hanno lavorato a lungo sulla dimensione psicologica del personaggio, i cui traumi fisici e mentali sono riflessi in ogni centimetro di pelle e di parrucca. Indubbiamente efficace e memorabile.

Niente è lasciato al caso: Alessandro mi fa vedere come una cicatrice un po’ più lunga o più spessa potrebbe cambiare la fisionomia di un viso, rendendolo surreale e finto. I suoi volti, invece, pulsano di espressività – le cicatrici sembrano reali, le croste sono piccoli capolavori.

Mentre metto il naso tra pennelli sporchi di sangue finto e tavolozze con tutte le sfumature del fango – il piccolo regno di Alessandro e delle sue assistenti, Chiara Ugolini e Marta Roggero – il volto di Lambert Wilson assume le sembianze del suo personaggio. Si gira verso di me e incrocio lo sguardo di un signore anziano, emaciato, con due profonde e tristissime occhiaie che mi guarda per vedere l’effetto che fa, e sorride nel vedere la mia bocca spalancata.

Potete vedere la nostra videointervista qui sotto: