C'erano una volta la misteriosa Octopussy, interpretata con grande fascino dall'ex modella svedese Maude Adams in uno 007 del 1983 con Roger Moore, e il mad doctor Marvel Octopus, fantastico villain nel secondo Spider-Man 2 firmato Sam Raimi nel 2004.

Oggi c'è “Techtopus”.

 

Non è un nuovo cattivone di un blockbuster tratto dai fumetti.
E' il nome di un processo che potrebbe sconvolgere il mondo dell'animazione hollywoodiana e che attualmente vede coinvolti personaggi del calibro di George Lucas, Jeffrey Katzenberg, Steve Jobs e il cofondatore della Pixar nonché suo Presidente all'epoca dei fatti Ed Catmull.
Nikki Finke riporta nel suo blog l'indagine giornalistica di Pando.com per la firma di Mark Ames.
Da documenti, testimonianze ed email che stanno uscendo dal processo in corso, si riflette sulla scabrosa possibilità che Pixar, LucasFilm Industrial Light & Magic e Dreamworks Animation possano aver messo in piedi poco meno di dieci anni fa un vero e proprio “cartello” per tenere bassi i salari dei loro dipendenti e impedire di fatto che altri studi di animazione glieli portassero via attraverso stipendi più vantaggiosi.
L'elemento più sgradevole dell'intera vicenda è forse il pesante coinvolgimento di Steve Jobs, il quale ovviamente ora non può nemmeno difendersi.
Lui è il maggiore sospettato di aver “tradotto” dal mondo dei computer a quello del prodotto audiovisivo per famiglie la pratica del “cartello” lobbistico atto a penalizzare fortemente, e illegalmente, la libera concorrenza di mercato.
Tenendo i salari dei propri dipendenti bassi e eliminando di fatto altre possibilità di lavoro per la loro forza lavoro… le aziende accusate di aderire al “cartello” (Pixar/Disney-LucasFilm-Dreamworks) si sarebbero trovate nella vantaggiosa posizione di aumentare i profitti e soprattutto galleggiare tutte in uno stesso mare costantemente piatto e con vento a favore attraverso una forzatura delle logiche competitive frutto del “cartello” stesso.

Nel dettaglio: c'è una mail di Catmull, nel febbraio 2004, che scrive preoccupato a Steve Jobs, all'epoca CEO di Pixar e Apple, circa il fatto che Sony Pictures non stia rispettando le loro regole del mercato dell'animazione cercando di assumere dipendenti Pixar con stipendi maggiori.

Ancora: quando Disney compra Pixar nel gennaio 2006 ecco Catmull, all'epoca diventato a tutti gli effetti dirigente Disney, spiegare al chairman Disney Dick Cook quanto il “cartello” Pixar-Disney + Dreamworks Animation + LucasFilm sia ancora attivo e solido, ma che c'è un nuovo problema in città: Robert Zemeckis.
Come si permette il regista di Ritorno al futuro di provare ad assumere a stipendi più alti presso la sua nuova ImageMovers, peraltro partner Disney, alcuni bravi animatori… degli amici della Dreamworks (che in teoria dovrebbe essere concorrente)?
Ma non sa Zemeckis che c'è un accordo non scritto?
Nella mail a Cook, Catmull sembra parecchio arrabbiato.
E Cook nella replica gli dà immediatamente ragione.
Catmull ha già deposto al processo ad inizio 2013 e tra molti tentennamenti ha tirato in ballo con forza Steve Jobs come deus ex machina dell'operazione.
Atto che sa di viltà: Steve Jobs, oggi, non può più difendersi essendo morto il 5 ottobre 2011.
Come andrà a finire questa storia?
Veramente dei geni dell'intrattenimento audiovisivo occidentale si sono macchiati di concorrenza sleale?
Dobbiamo credere che nei nostri amati Stati Uniti d'America… il libero mercato sia stato per una volta messo da parte da uno spietato e anticapitalistico lobbismo?
In rete è già scoppiato il dibattito.
La faccenda è grossa.
C'è chi sostiene che il Presidente Obama non potrebbe mai permettere che, ad esempio, Jeffrey Katzenberg venga arrestato per “Techtopus” per via delle pesanti donazioni alla sua campagna di rielezione presidenziale da parte del proprietario della Dreamworks.
Vedremo.
Certamente… da quello che si legge… non sembra che stiamo assistendo a un piacevole cartone animato per famiglie.