Struttura tradizionale per la Settimana della critica: sette film in Concorso e due eventi speciali. Tutti film in anteprima mondiale tranne la pellicola iraniana. Tutti i selezionatori presenti alla Casa del Cinema tranne il collega Giuseppe Gariazzo.

C’è un bel record da difendere: negli ultimi tre anni il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera prima Luigi De Laurentiis è stato assegnato proprio a un film della sezione indipendente della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia fondata da Lino Micciché nel 1984.

In parole più povere: l’opera prima più bella di tutte le sezioni competitive del Festival si è sempre vista alla Sic dal lontano 2011.

Il Presidente dell’ente papà della sezione ovvero il Sindacato Nazionale dei Critici Cinematografici Italiani Franco Montini fa un intervento asciutto e breve.
Suggestioni e previsioni più elaborate affidate al Delegato Generale Francesco Di Pace che con la sua placida parlata va a braccio per piacevoli 30 minuti illustrando tematiche e umori della Sic 2014.

L’opera prima più bella di tutte le sezioni competitive del Festival si è sempre vista alla Sic

Prima i prodromi di una polemica: sia Montini che Di Pace si dicono contrari alla scelta del Direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera di spostare la Sic dalla grande Sala Darsena alla piccola Sala Perla. Effettivamente il pubblico potrebbe avere delle difficoltà. Ne terremo nota, come sostiene con un bel tono minaccioso Di Pace, e tireremo le somme a fine 71esima Mostra di Venezia. L’anno scorso l’exploit in Sic di Zoran, il mio nipote scemo e quest’anno? Zoro! “Vi prego” fa sornione Di Pace: “Non titolate domani: da Zoran a Zoro… oppure sì. Fate come volete”.

Il Delegato Generale blandisce e un po’ ipnotizza la stampa alla conferenza della Casa del Cinema partendo proprio dal pezzo più pop, fuori Concorso, della Sic 2014.

Diego Bianchi, in arte quel Zoro pescato dalla Dandini dal web e protagonista di tanti anni di satira in tv (ultimamente: Gazebo su RaiTre), esordisce al cinema con Arance e martello, nelle parole di Di Pace: “Un fa la cosa giusta di Spike Lee spostato a Via Orvieto, quartiere San Giovanni, dove la chiusura di un mercato rionale fa scoppiare un po’ di problemi”.

Videocamerine, ammiccamenti a Campo de’ Fiori (c’erano Anna Magnani e Aldo Fabrizi in quel bel film del 1943) e forse Zoro porterà un po’ di stardom televisiva dentro una sezione di solito così rigorosa e cinefila.

E dopo di lui?

Il gioco si fa serio con i toni che si accendono per l’italiano in Concorso Dancing with Maria di Ivan Gergolet finanziato da Igor Prinčič, produttore del pupillo Sic 2013 Zoran, il mio nipote scemo. “E’ un documentario” afferma perentorio Di Pace: “Su Maria Fux, una persona straordinaria, una donna ultranoventenne che a Buenos Aires si rende protagonista di una danza terapia che sa di missione. Corpo, musica, parola, movimento. E’ un film commovente e affascinante. Secondo noi piacerà molto e sarà una delle rivelazioni di questa edizione”.

Poi Di Pace elenca con precisione gli altri film (noi riportiamo i titoli in traduzione italiana, N.d.R.):

  1. L’iraniano d’apertura Melbourne di Nima Javidi (“Il viaggio di una coppia verso il cambiamento ostacolato da qualcosa che ha a che fare con un neonato”).
  2. Il franco-belga Terra battuta di Stéphane Demoustier (“Prodotto dai fratelli Dardenne, presenta una crisi economica che è anche una crisi coniugale dove un figlio dovrà scegliere tra la via più facile e quella più difficile per diventare un tennista che vuole vincere il Roland Garros”).
  3. Il serbo Figlio di nessuno di Vuk Ršumović (“Un ragazzo selvaggio viene trovato in Bosnia e portato a Belgrado prima che scoppi la Guerra civile in Ex Jugoslavia”).
  4. Il palestinese Villa Touma di Suha Arraf (“Abbiamo un film palestinese anche se non l’abbiamo scelto per via del fatto che stia sul pezzo e sia di cronaca. Si parla di tre sorelle che vivono rinchiuse in una villa dove ricreano gli anni ’60”).
  5. Il cinese Una bara da seppellire di Xin Yukun (“In un villaggio cinese c’è un funerale visto da più punti di vista. Un congegno narrativamente perfetto. Un film straordinario”).
  6. Il vietnamita Agitarsi nel mezzo al nulla di Nguyễn Hoàng Điệp (“C’è una protagonista incinta amica di un transgender che per abortire si guadagna dei soldi prostituendosi. C’è un uomo ossessionato dai feti… che potremmo definire ironicamente “feticista”).
  7. Il tedesco Cuore frantumato di Timm Kröger (“E’ un saggio di diploma pazzesco, una storia misteriosa dove una coppia tedesca degli anni ’20 va a trovare un amico musicista stabilitosi in un bosco. Il musicista scomparirà misteriosamente mentre la coppia verrà condizionata dal bosco che la circonda. Mi piacerebbe che anche in Italia arrivassero esordi così sganciati dal concetto di commedia”).

Saranno tutti film misteriosi, con venature thriller e sorprendentemente di genere per una sezione rigorosamente d’autore come la Sic.

La conferenza stampa si conclude con un intervento emozionato del regista di Dancing with Maria Ivan Gergolet (“Oggi è una giornata che corona un lavoro di 4 anni. La protagonista del nostro documentario Maria Fux è un sole attorno a cui girano altre storie”) e un giro di osservazioni tra gli altri simpatici selezionati della sezione.

Luca Pellegrini si entusiasma per un’edizione della Sic su: “Donne, madri, bambini nati e che devono nascere. E’ un’edizione molto femminile dove dominano le donne: inquiete, cattive, al limite della disperazione. Il film cinese è teso come un thriller di David Fincher e ci ho visto anche Agatha Christie”.

Anna Maria Pasetti, unica donna tra i selezionatori, ricorda la fatica di una selezione:

Abbiamo dovuto scegliere tra 320-330 film. La Francia ci ha stupito e presto capirete anche da altre conferenze come sarà protagonista di questa edizione di Venezia 2014. Abbiamo preso i film senza fare calcoli.

Il gentile e stralunato Nicola Falcinella è quello che parla di meno:

L’Asia mi pare che spicchi. Abbiamo visto film a cui ci siamo affezionati. Il documentario italiano è estremamente cinematografico… a partire dal piano sequenza iniziale. E ha una trovata nel finale che sorprenderà.

Ci limitiamo a concludere: in bocca al lupo S.I.C. Donne misteriose. Ci piace.