Dopo diversi aggiornamenti tra ieri sera e stamattina (dovuti a problemi di traduzione dal giapponese) è ufficiale che lo Studio Ghibli non chiude ma si prende una pausa per ristrutturarsi, insomma arrivati alla fine di un’era, quella dei suoi fondatori Hayao Miyazaki e Isaho Takahata (rispettivamente 73 e 78), cerca di capire come cambiare per affrontare il futuro. Non è chiaro se il nuovo corso riguarderà cinema, televisione, merchandising, cura del catalogo o addirittura videogiochi (un esperimento lo avevano fatto). Di certo c’è che lo Studio come lo conosciamo, autore di un certo tipo di animazione che riconduciamo al tratto e ai temi dei due fondatori, non esisterà più. E forse è anche giusto così.
Quando alla fine degli anni ‘90 le magie del Ghibli hanno cominciato ad arrivare in occidente le semplificazioni dei giornali ci hanno venduto Hayao Miyazaki come il Disney d’oriente, definizione completamente sbagliata che mirava unicamente a descriverne la notorietà e l’impatto nell’...
No, il Ghibli non è finito ma è arrivato alla fine del mondo che ha creato e deve prepararsi ad essere qualcosa di diverso, per il suo e il nostro bene
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