Guardando le stelle, durante la notte, il nostro occhio non percepisce un’immagine in tempo reale. La velocità della luce comporta un ritardo che, nel caso del Sole – stella più vicina alla Terra – è di ben otto minuti.

In parole povere, la stella che guardiamo potrebbe essere già morta da giorni, forse da anni; eppure il nostro sguardo, per una scienza travestita da magia, continuerà ad ammirarne lo splendore. Così avviene per le grandi stelle terrestri, quelle – non poi tanto comuni – preziose gemme che illuminano, con la loro semplice presenza, qualsivoglia prodotto cinematografico o televisivo, non necessariamente all’altezza delle loro capacità. Così avverrà per Robin Williams, che con la propria scomparsa ha creato un’onda anomala di lutto che di anomalo, a ben guardare, ha poco o niente. Basterebbe una rapida scorsa alla sua filmografia per piangere la fine di un autentico fuoriclasse della recitazione, al di là del dolore per la perdita ...