Classe 1973, ex rapper, animatore e produttore cinematografico, Travis Knight è noto anche per essere il figlio di Phil Knight, fondatore della Nike, ma agli appassionati di cinema il suo nome risuona soprattutto se collegato alla LAIKA, studio di animazione nato nel 2005 dalle ceneri dei Will Vinton Studios del quale è CEO e presidente (suo padre è chairman).

Lo abbiamo incontrato al Festival di Venezia, in occasione della presentazione fuori concorso del terzo film della LAIKA, Boxtrolls – le Scatole Magiche (che segue Coraline e ParaNorman), in uscita oggi nelle sale italiane. Grazie alla Universal Pictures abbiamo potuto intervistarlo in esclusiva e con lui abbiamo parlato dello studio, del film, ma anche dello stato dell’animazione stop-motion oggi, dei suoi registi preferiti e di Henry Selick:

Il mese scorso ero al Comic-Con, ed è stato bellissimo vedere che nella giornata di sabato, in cui la sala H è solitamente dedicata ai grossi kolossal o ai cinecomic, è stato dato così tanto spazio a un film in stop-motion. È stato ancor più soddisfacente vedere l’entusiasmo con cui il pubblico della Sala H ha accolto la vostra presentazione. Solitamente il sabato c’è un panel dove tutti finiscono per dormire, una sorta di “pausa”, e non è stato il vostro! Come vi siete sentiti a partecipare a questo evento?

È stato bellissimo, e penso che il nostro panel abbia stupito le persone perché forse non si aspettavano di trovarsi davanti un film così. È stato bello vedere che il pubblico ha reagito in quel modo, anche perché si tratta di una fascia di spettatori alla quale noi ovviamente puntiamo. Dà sempre grande soddisfazione vedere la reazione del pubblico al lavoro dei nostri registi e artisti.

Partecipare al Festival di Venezia è qualcosa di completamente diverso, ovviamente. Siete passati da una manifestazione popolare come il Comic-Con a uno dei festival più importanti al mondo. Come mai questa scelta?

Non eravamo mai venuti al Festival prima d’ora. I film che realizziamo noi sono stratificati, hanno vari livelli di lettura e si rivolgono a diversi tipi di spettatori. Vogliamo che piacciano a tutti i membri della famiglia, e vogliamo siano stimolanti per vari tipi di spettatori. Alla base ci deve essere una storia che intrattenga, ovviamente, ma cerchiamo sempre di stratificare il tutto inserendo idee diverse, più sofisticate. A tutto questo si aggiunge la modalità in cui realizziamo i nostri film, una tecnica artigianale che si fonde con la tecnologia più avanzata e dà una qualità molto artistica al tutto. Il risultato di solito piace sia ai fan più accaniti che a un pubblico diverso, ricercato.

State impostando lo studio perché possa produrre un film all’anno?

Non  siamo ancora in grado di farlo, ma stiamo andando verso quella direzione, dovremmo farcela entro pochi anni.

travis knightE come scegliete le storie da trasformare in film?

È una combinazione di elementi. Se guardi ai tre film che abbiamo realizzato sinora, Coraline, Paranorman e Boxtrolls, due dei tre sono adattamenti da romanzi (Coraline e Boxtrolls) e uno è un film originale. Abbiamo iniziato lo sviluppo dieci anni fa: il primo film che siamo riusciti a mettere in produzione è stato Coraline, il secondo è stato Boxtrolls, ma poi abbiamo realizzato prima Paranorman. Quando scegliamo una storia è perché siamo sicuri che sia quella più interessante, quella giusta per il tipo di film che vogliamo mettere in produzione. Noi cerchiamo di raccontare storie sempre diverse, non vogliamo ripeterci, quindi scegliamo ambientazioni diverse, generi cinematografici diversi e li esploriamo. Coraline è una fiaba dark e moderna, Paranorman è un thriller soprannaturale comico, mentre Boxtrolls è una storia dickensiana sulla crescita di un individuo. È il nostro primo film ambientato nel passato, ed è perfetto per il tipo di evoluzione che vogliamo dare al nostro studio.

Quanto è diverso questo film, soprattutto sul piano tecnologico, dai primi due? È stop-motion ma sappiamo che c’è anche della CGI.

In realtà utilizziamo sempre la stessa tecnica in tutti i nostri film, ma di volta in volta si evolve. Coraline integrava Stop-Motion, animazione a mano e computer grafica. Questi tipi di animazione erano tutti fusi tra loro, era quasi impossibile distinguerli l’uno dall’altro. In quel caso abbiamo imparato delle cose che poi abbiamo applicato sin da subito al film successivo, ottimizzando i processi o integrando nuove tecnologie, e via via col film successivo. In pratica seguiamo l’evoluzione della tecnologia. Quello che abbiamo fatto in Boxtrolls era semplicemente inimmaginabile quando lavoravamo a Coraline: stiamo migliorando nell’uso dei laser per tagliare i materiali, utilizziamo stampanti 3D di ultima generazione per realizzare i personaggi e in particolare le loro espressioni (colorando i modelli già in fase di stampa), il nostro direttore della fotografia ha trovato un metodo per dare un’impressione sempre più “live-action” alle immagini, e così via. Ogni reparto riesce a innovare degli aspetti con ogni film che realizziamo, è una vera e propria marcia in avanti.

Qual è la posizione dei Laika Studios in questo momento nel mondo dell’animazione? Avete degli obiettivi, volete fare un film all’anno, e a inizio 2014 la compagnia si è separata dalla sua divisione pubblicitaria per concentrarsi sui lungometraggi per il cinema. Qual è la vostra direzione?

Noi siamo focalizzati nel realizzare un film all’anno. Ogni volta che uno dei nostri film ha successo, questo ci fa avvicinare al nostro obiettivo. Secondo me in una manciata di anni faremo uscire un film all’anno. Vogliamo realizzare più film, ma dobbiamo anche fare attenzione a non compromettere la nostra integrità artistica. Siamo riusciti a tenere insieme lo stesso gruppo di artisti per tre film, e vorremmo continuare su questa strada perché l’estetica e il punto di vista rimangono coerenti e si evolvono film dopo film, anche se sono film diversi il DNA è lo stesso. È difficile riuscire a produrre un film all’anno, ma ce la faremo.

 

travis knight boxtrolls

Può essere che i bambini di oggi non pensino che l’animazione stop-motion sia moderna e accattivante, essendo abituati alla computer grafica. Come cercate di rendere accessibile a questo pubblico il vostro film?

Se torniamo indietro nel tempo, lo stop motion nacque come una delle primissime tecniche di effetti visivi, oltre un secolo fa. Quando Meliés mandava razzi sulla Luna, lo faceva in stop-motion. Oggi come oggi utilizziamo moltissimi processi che si utilizzavano un secolo fa. Ma chiaramente abbiamo anche modernizzato questa tecnica, utilizzando l’animazione CGI e l’animazione a mano, la fotografia digitale, la stampa 3D e i laser, sono tecnologie all’avanguardia fuse con una tecnica antica, artigianale. Il risultato, secondo me, è inevitabilmente accattivante e inconsueto per lo spettatore, qualcosa di bellissimo che secondo me rende unici i nostri film.

Qual è il tuo regista preferito?

Ammiro tantissimi registi. Sono i registi che sono in grado di fare tanti tipi di film diversi mantenendo un punto di vista coerente e distintivo. I Fratelli Coen, Danny Boyle, registi che sono veri e propri artisti e che sono in grado di fare film completamente diversi tra loro. Sul piano dell’animazione adoro Brad Bird, penso ancora che Il Gigante di Ferro sia uno dei più bei film della storia del cinema.

E pensi che potresti dirigere uno dei prossimi film della Laika?

Ho le mani talmente occupate nei nostri progetti che non penso potrei mai pensare di dirigere un film! Sono molto impegnato. In realtà c’è una storia che vorrei raccontare di persona, e quando arriverà il momento giusto sono sicuro che sarò in grado di dirigere quel film.

È possibile che in futuro la Laika torni a lavorare con Henry Selick, regista di Coraline e guru dell’animazione stop-motion?

Iniziammo a lavorare con Henry dieci anni fa, ho lavorato con lui per sei anni a Coraline, abbiamo uno splendido rapporto e gli devo molto in quanto mi ha ispirato moltissimi come animatore. Sono ancora molto legato a lui, so che sta lavorando a un film in live action, ogni tanto parliamo del futuro e se troveremo il progetto giusto sarebbe fantastico lavorare ancora con lui.

Ultima domanda: qual è il vostro prossimo progetto?

Abbiamo parecchi film in sviluppo. Abbiamo appena iniziato le riprese del nostro prossimo film, siamo a un minuto di girato… quindi abbiamo quasi finito! [ride] Non siamo ancora pronti ad annunciarlo, ma sono veramente felice, lo riveleremo a inizio 2015. È una storia completamente diversa da quelle che abbiamo raccontato finora, ma non posso ancora parlarne. Sarà fantastico, però!

 

 

Il film, realizzato in stop-motion e CGI 3D proprio come ParaNorman, vede come doppiatori Ben Kingsley, Toni Collette, Elle Fanning, Isaac Hempstead-Wright, Jared Harris, Simon Pegg, Nick Frost, Richard Ayoade e Tracy Morgan. L’uscita USA è avvenuta il 26 settembre, mentre da noi arriverà il 2 ottobre.

La storia è ambientata a Cheesebridge, una città in stile vittoriano ossessionata dalla salute, dalla classe e dai formaggi pregiati più puzzolenti. Ma sotto i ciottoli che ricoprono le strade vivono i Boxtroll, mostri che durante la notte escono dalle fognature e rubano ciò che gli abitanti della città hanno di più caro: figli e formaggi. Almeno, questa è la leggenda cui i residenti hanno sempre creduto. Perché in realtà i Boxtroll sono una comunità di strani ed eccentrici omini delle caverne, che indossano scatole di cartone riciclato come corazze proprio come delle tartarughe. I Boxtroll hanno cresciuto un orfanello umano, Eggs, che sin dall’infanzia ha raccolto per loro la spazzatura. Quando i Boxtroll diventano l’obiettivo del responsabile della disinfestazione Archibald Snatcher, questa comunità laboriosa deve chiedere aiuto a Eggs e all’avventurosa e ricca ragazzina di nome Winnie, per collegare i due mondi in una ventata di cambiamento – e di odore di formaggio.

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