Continua, anche se in maniera assolutamente trasversale, la polemica legata al digitale contro la pellicola.

In occasione di una conferenza per la presentazione di Vizio di Forma – Inherent Vice al New York Film Festival la settimana scorsa, Paul Thomas Anderson ha parlato anche di formati cinematografici e soprattutto dell’iniziativa di alcuni registi per salvare le riserve di pellicola della Kodak e promuovere questo formato:

È una iniziativa lodevole, ma rimane temporanea. La morte della pellicola rimane. C’è ancora un biglietto sulla sua schiena che dice “l’esecuzione si terrà ugualmente”. Quindi dovremmo fare molto di più per impedire la potenziale estinzione del formato cinematografico in pellicola.

La vicenda non è legata solo all’utilizzo della pellicola per le riprese, ma anche alla distribuzione, che Christopher Nolan vuole sostenere distribuendo Interstellar in anticipo in 35mm e 70mm, cosa che ha fatto indignare alcuni esercenti:

Christopher Nolan è in prima linea su questo tema, devo dire. Ha fatto un bellissimo film, nel caso vogliate vederlo in sala quando esce, ovvero interstellar. […] Intendo dire… vorrei mettere una buona parola su quest’uomo, è un regista apprezzabile, forse non ne avete sentito parlare. Sosteniamolo! [ride]

Ma non fate idiozie: andate a vederlo in IMAX. Siate coraggiosi, scegliete il meglio.

Quentin Tarantino è ancora più estremo a riguardo. È in grado di ricoprire la gente di pece e piume. È diventato un personaggio di un suo film: “Ti taglierò via quelle fottute orecchie”.

Il moderatore ha però fatto notare che ci sono grandi registi che preferiscono il digitale e si dimenticherebbero volentieri della pellicola, come David Fincher, che ce ne ha parlato nella lunga intervista che gli abbiamo fatto qualche settimana fa:

Preferisco starne fuori [ride] Io preferisco sostenere le mie idee, ma difficilmente me la prendo con qualcuno perché sostiene le sue. Se quelle sono le sue preferenze, e ci tiene così tanto… non posso certo dirgli cosa fare. Basta che lui non dica a me cosa fare.

E aggiunge sulle riprese in digitale:

Non ho ancora girato nulla in digitale. Immagino che sia comodo per molti. L’impressione che ho io è che dia un aspetto diverso alle immagini. Il nostro pubblico ormai è abituato all’aspetto digitale. Io penso sia un aspetto peggiore. Odio pensare che non ci possano essere più geni della fotografia in pellicola come Robby Müller. Per diventare dei bravi direttori della fotografia ci si mette una vita. I più grandi, Roger Deakins [che ora gira in digitale, ndt], Robby Müller… la lista è lunga. E sono tutti bravissimi, e lo sono diventati girando in pellicola. Non voglio dire nulla di brutto, ma la bravura è diminuita. Se giri in video, in digitale, spesso non devi preoccuparti dell’illuminazione perché le videocamere girano anche a illuminazione scarsissima. Spero che quest’arte non si perda. Per fortuna non sono pessimista a riguardo.

[…] In questo momento c’è una corrente di pensiero, veramente, tra i registi. Ci sono dei registi che incoraggiano disperatamente gli altri registi più giovani e i produttori a decidere, se hanno possibilità di scelta, di girare in pellicola. Non c’è alcun vantaggio finanziario a girare in digitale se ti mantieni sotto un certo livello di budget. Ovviamente è più facile, per alcuni giovani registi, prendere semplicemente una videocamera e girare qualcosa.

Cosa ne pensate? Potete dircelo nei commenti o in questo post del Forum Cinema.

Il film è l’adattamento del romanzo di Thomas Pynchon: a produrre la pellicola la Annapurna Pictures di megan Ellison, già produttrice di The Master.

Ambientato nella Los Angeles del 1969, il Inherent Vice segue le vicende di un investigatore privato che aiuta una sua ex fiamma in un caso che riguarda l’infedeltà, istituti per le malattie mentali e un poliziotto chiamato “Bigfoot”.

Nel cast, al fianco di Josh Brolin, anche Joaquin Phoenix, anche Benicio del Toro, Owen Wilson, Reese Witherspoon, Jena Malone, Martin Short e Sean Penn.

 

Fonte: ThePlaylist