Ci sono film grandi e film piccoli. E poi ci sono i piccoli film grandi, che in America non si fanno più e che The judge ha provato a rispolverare grazie ad una serie di fortunate coincidenze. Lo hanno spiegato tutti gli attori e i produttori intervenuti alla conferenza stampa. Certo, non si può dire fosse in vena di parole Robert Downey Jr. che di The Judge è sia protagonista che produttore. È arrivato alla conferenza stampa romana in panni che sembravano quelli di Tony Stark, ha fatto un ingresso da star con braccia allargate per prendere gli applausi dopodichè ha fatto strada alla leggenda: Robert Duvall. Tuttavia le sue risposte sono state caratterizzate più che altro dalla cordiale evasività, una battuta e poi passava la palla a qualcun altro.

Tutto il contrario di Duvall che in The Judge interpreta suo padre, inflessibile giudice che ha formato un avvocato di grido ma a costo del loro rapporto ed è rimasto ad esercitare in un paesino di provincia assieme agli altri due figli. Paesino nel quale Hank (cioè RDJ) ritornerà per la morte della madre e rimarrà perchè il suddetto padre è stato accusato di un omicidio che non ricorda di aver commesso. Ha bisogno di un avvocato bravo ma non intende barare, se davvero l’ha commesso andrà intende andare in galera.

Quello che è emerso chiaramente è come il film sia stato realizzato in condizioni inusuali, con i tempi e i modi del cinema indipendente (lunghe prove, molto tempo per entrare nei ruoli e grandi improvvisazioni) ma con soldi e talenti di Hollywood. Lo spiega per primo l’attore e produttore:

Conoscere Robert Duvall equivale a mangiare con Robert Duvall. Abbiamo condiviso pasti ed esperienze come una famiglia. Ad un certo punto ho saputo che Robert è l’attore con più film nei migliori 100 secondo l’American Film Institute [con 6 titoli ndr], gli ho chiesto se fosse vero e lui mi ha risposto: “È vero. Vedi di metterti in pari!

A cui ha fatto eco il più cinico e disincantato Duvall:

Ci siamo conosciuti, siamo usciti insieme e abbiamo provato ma alla fine siamo professionisti: reciti quando dicono Azione! e smetti quando dicono Stop!

L’incontro di star di primo piano con una trama molto intima e personale ha fatto parlare tutti di cinema classico e di lavorazione d’altri tempi anche se su questo la voce più autorevole, quella di Duvall ha avuto la sentenza definitiva:

Quelli che erano i grandi film degli anni ‘70 si sono spostati, quel genere non si fa più ad Hollywood ma nella scena indipendente”.

E di nuovo RDJ:

È liberatorio sviluppare personaggi così. Perchè il senso di “casa” che questo film comunica non penso sia solo americano, volevamo che fosse ambientato in una piccola cittadina come se ne possono trovare in qualsiasi paese del mondo

Alchè il regista ha precisato di cosa stessero parlando:

Siamo stati tutti riuniti da un grande script, sono attori dalla formazione classica, dunque improvvisano alla grande, tutti abbiamo partecipato alle prove, quindi ci siamo conosciuti molto e abbiamo parlato delle nostre famiglie e confrontati sul materiale. Un processo molto naturale che non è normale ad Hollywood, uno così mitico come Duvall che non ha bisogno di prove o uno come RDJ che è così grande da non avere tempo per provare sono stati 3 settimane a farlo.
Alla fine ha dato vita ad una lunga improvvisazione di 90 minuti in cui io gettavo spunti in continuazione e notavo come le interazioni fossero sempre le medesime, perchè tutti erano entrati davvero nei personaggi e si erano create delle dinamiche familiari vere, solide, in cui i posti rimangono i medesimi. Comportamento umano, è quello che porta alla grande recitazione.
Sapevamo che sarebbe stato un film di gran classe e molto furbo ma volevamo fosse anche di grande intrattenimento, volevamo un film come Rain Man, Voglia di tenerezza o Quasi amici, film che parlino davvero di persone che cercano di conoscersi e fanno fatica ma con ritmo”.

Non è stato quindi un elemento superfluo che a produrre ci fosse la TeamDowney, casa di produzione di Robert Downey Jr. e sua moglie al primo lungometraggio:

Amo mia moglie, è una produttrice fantastica. Solitamente la produzione significa attori che sprecano denaro degli studios, per noi non è stato così. Dopo questo courtroom drama stiamo sviluppando Pinocchio, lo vorremmo girare in Italia, poi una storia su Perry Mason e infine pensiamo ad un film chiamato Yucatan, un progetto che era di Steve McQueen

Il regista David Dobkin ci ha poi rivelato in un incontro più ristretto e intimo come sia stata sul serio la presenza di una star come RDJ a sbloccare tutto:

Il punto è che sono stato fortunato che una star come lui mi abbia detto di sì. Altrimenti avremmo fatto il film con metà del budget, in altri luoghi e diversamente, di certo non avremmo avuto professionisti come Janusz Kaminski alla fotografia o Thomas Newman alle musiche. Tutti si sono decurtati lo stipendio. Non è qualcosa che vedi tutti i giorni.
RDJ può trasformare un film da indie a blockbuster perchè se ci pensi uno come lui non farà mai un film indipendente, almeno non a questo punto nella carriera. Magari lo farà dopo ma non quando è la più grande star del mondo, c’era un tempo invece in cui Hollywood faceva questi film con grandissime star e proprio in questo stava il grande evento. Quindi questa è stata la differenza, il package si è assemblato intorno a lui.
Mi sembrava di stare negli anni ’80!

Avete anche rinunciate al PG-13 per un film che non doveva per forza contenere così tante scene dure o parolacce da sconfinare nel R. Insomma vi siete proibiti un po’ di pubblico e potevate evitarlo o no?

No, perchè io credo che la realtà sia R, non PG-13. Sono cretinate tutte americane queste ma io non posso avere scene potenti come quella del bagno tra Robert Duvall e RDJ senza che il film sia R, dev’essere tutto onesto e autentico. Sono contento che la Warner ci abbia appoggiato in questo. Ricordo che lottai per avere il rating R per Due single a nozze, mi offrirono addirittura dei soldi per cambiarlo.

C’è qualcosa di autobiografico nella storia vero?

Mio padre era un grande avvocato, io ero sempre nei guai e ho passato molte serate in cucina messo sotto torchio per quello che avevo fatto, ho imparato da subito a dover dire la verità perchè sennò sarei stato beccato. Per questo sono sempre stato affascinato da film come Codice D’Onore o Il buio oltre la siepe o ancora Il verdetto. Quanto devi ascoltare il sistema e quanto andargli contro?

Il film arriverà nelle sale italiane il 23 ottobre.