Ian McKellen è stato chiamato a inaugurare SHERLOCK HOLMES – The Man who never Lived and will never Die, la nuova mostra di Museum of London dedicata all’iconico detective nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle.

La scelta non è casuale: il leggendario attore è (almeno per il momento) l’ultimo ad esser stato scelto per l’ennesima iterazione di Sherlock Holmes per il grande schermo. La pellicola diretta da Bill Condon intitolata Mr. Holmes arriverà al cinema nel 2015.

A seguire vi proponiamo il discorso integrale come diffuso dal sito web dell’attore.

Ora sapete perchè mi è stato chiesto di inaugurare questa meravigliosa mostra che ci racconta così tanto della vita del detective nella letteratura e nell’arte e della Londra all’epoca di Holmes. Non sono un londinese più di quanto lo fosse Arthur Conan Doyle, anche se ora vivo qui, nei pressi della Chinatown in cui Holmes si rifornisce di oppio nel corso delle sue investigazioni.

Sir Arthur ricevette la sua istruzione nella mia contea natale nel Lancashire, dove frequentò lo Stonyhurst College, che tra l’altro ispirò Il mastino dei Baskerville. E’ interessante notare che J.R.R. Tolkien si stabilì in quello stesso College mentre suo figlio insegnava lì e probabilmente fu anche per lui una grossa fonte di ispirazione per alcuni elementi della Contea.

Spesso i fan mi fanno i complimenti dicendomi: “Sei esattamente come avevamo immaginato Gandalf”. Beh, non proprio esattamente: Tolkien descrive le sopracciglia di Gandalf come talmente lunghe da spuntare dall’orlo del suo cappello a punta, cosa che non succede nei film. Così come le sue calzature, che non coincidono con gli stivali neri descritti da Tolkien. L’aspetto che avevo corrispondeva piuttosto all’immagine che Alan Lee e John Howe si erano fatti di Gandalf e che figurava nelle nostro illustrazioni.

Discorso analogo va fatto per il signor Holmes. Dalla sua bocca non sono mai uscite le parole: “Elementare, Watson” (le battute furono pronunciate per la prima volta da Clive Brook in un film) nè ha mai indossato un deerstalker (e di certo NON a Londra). Ciò che indossava, almeno stando a un racconto del dottor Watson, era un “berretto di stoffa aderente”. Il deerstalker fu un’invenzione dell’illustratore Sidney Paget e fu poi adottato dalla star americana William Gillette nel corso delle sue 1300 performance nei panni del detective. Fu proprio Gillette, primo attore a interpretarlo, a immettere la pipa calabash nella mitologia Holmesiana, forse perchè una briar gli avrebbe coperto il volto. Holmes, comunque, (a differenza di Gandalf) non fumava solo la pipa — ma anche cigari e cigarette.

Interpretare queste figure iconiche della lettertura non è preoccupante quanto potreste immaginare. […] Ora sono l’ultimo scelto per interpretare la parte. Ci sono state splendide iterazioni del signor Holmes. Il mio lavoro è stato facilitato dal fatto che interpreto la versione più anziana in assoluto, di 93 anni, con un grosso naso (come descritto da Doyle), con un bastone e di certo nessun deerstalker.

Il nostro film Mr Holmes ci mostra uno Scherlock in pensione, chiamato a risolvere un ultimo caso in sospeso. Abbiamo girato principalmente a Londra, nei posti in cui è ancora possibile rievocare la Londra che fu, quella in parte rappresentata in questa mostra.

Qui potrete ammirare la Baker Street in cui Holmes e Watson non hanno mai vissuto, proprio come Peter Pan non è mai fuggito in volo da Kensington Gardens, Sir John Falstaff non si è mai ubriacato a Eastcheap, o Sweeney Tood non ha mai tagliato gole a Fleet Street.

Tutto ciò servirà alle mostre del futuro. Per ora sono felice di dichiarare questa APERTA.

Ulteriori dettagli sulla mostra che resterà aperta fino al 12 aprile 2015 sono disponibili sul sito ufficiale.