Uno degli eventi più attesi della sezione Movie di Lucca Comics & Games 2014 era la presentazione del nuovo film del premio Oscar Gabriele Salvatores, anticipata ieri dalla presentazione delle miniserie a fumetti edite da Panini Comics. Un panel nel quale il regista, gli sceneggiatori e il giovane protagonista hanno parlato della genesi di un progetto unico nel suo genere nel panorama italiano: un vero e proprio film supereroistico per tutta la famiglia, con una data d’uscita decisamente impegnativa (per concorrenza): 18 dicembre.

A introdurre la conferenza Salvatores stesso, in presenza anche del giovane protagonista Ludovico Girardello, gli sceneggiatori Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo e i produttori Nicola Giuliano e Francesca Cima (produttori anche di La Grande Bellezza).

Prima che il moderatore Federico Chiarini di Sky Cinema prendesse la parola, però, Luca Benedetto ha cantato Halloween Party, una delle tre canzoni vincitrici del concorso indetto dalla produzione per arricchire la colonna sonora del film di creazioni di giovani artisti al massimo 25enni.

È la prima volta, Gabriele, che vieni a Lucca Comics & Games? Cosa ne pensi?

È un carnevale ammodernato, con nuovi sogni e nuove maschere. C’è un contrasto incredibile tra una cittadina medievale antica e i personaggi di star wars e dei videogame… ed è straordinario. Spero che vada sempre meglio, e grazie a Lucca per l’ospitalità.

Sbaglio o sei un avido lettore fumetti?

Sì, anche se tutto dipende dall’età. Io sono cresciuto con Flash Gordon, uno degli antesignani dei supereroi moderni. Anche Corto Maltese di Hugo Pratt, che per me è un maestro, ancora adesso vado a rubargli delle cose. E poi moebius, i francesi di Métal Hurlant, e anche le nuove serie di fumetti. Fumetto e graphic novel sono legati al cinema, poi, per ovvi motivi.

Uno dei generi cinematografici più importanti, oggi, è quello dei supereroi. Ma i tuoi sono supereroi o sono… “speciali”?

Nel film si chiamano proprio così, speciali. Non voglio rivelarvi troppo ma nella tradizione classica dei film di supereroi queste persone hanno una mutazione genetica causata dall’esterno che conferisce loro dei poteri. Nel film, da questo punto di vista, non c’è nulla di nuovo, anche se il potere che abbiamo scelto è molto particolare, l’invisibilità. È un supereroe che non ha poteri incredibili, può solo scomparire.

salvatoresLudovico è stato scelto dopo un casting. Quanti supereroi avete provinato?

Più di cinquecento. E poi quando si tratta di un cast con ragazzi che sono agli inizi non puoi chiedere loro di diventare qualcun altro, quindi noi ci siamo messi alla ricerca di un ragazzo con le caratteristiche del nostro personaggio. Il personaggio in questione è stato creato dai nostri tre sceneggiatori, a cui devo veramente molto. Se c’è una buona sceneggiatura anche un pessimo regista può fare un film discreto. La sceneggiatura è il cuore del film.

Quindi è dalla storia che siete partiti…

È nata da una idea di Nicola Giuliano, della Indigo Film, che ha prodotto il film assieme a Francesca Cima. Insieme hanno prodotto tutti i film di Paolo Sorrentino… e adesso bontà loro anche questo. L’idea viene proprio da loro, io non ci sarei mai arrivato da solo. Ci siamo chiesti: perché in Italia non si fanno film fantasy (ci avevo provato con Nirvana) ma soprattutto per ragazzi? Questo è per tutti, ragazzi e adulti, ma il punto è che da noi non c’è una tradizione. Ci volevamo provare, e lo stiamo facendo seriamente, tanto che abbiamo già pronto il secondo capitolo, quindi speriamo che vada veramente bene. Siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo fatto.

Nella tua lunga carriera hai esplorato molti generi ma questo è una grande novità. Come ti sei approcciato a questo genere, che è nuovo per l’Italia?

È un genere particolare, quello dei supereroi, come il giallo o il western. Non è nato da noi, ma se vogliamo andare indietro… l’Odissea per me è il primo fantasy della Storia, e se andate a vedere nella mitologia romana o greca di supereroi ce n’è tanti. Gli americani sono bravi a prendere delle cose e renderle molto fruibili. Come per il vino… noi facciamo il vino migliore, ma loro vendono molto meglio il loro. E così, come col vino, abbiamo cercato di togliere il barrique che rende tutto uguale e abbiamo realizzato qualcosa di diverso. L’invisibilità è un potere intimo: lui può solo scomparire, e sono sicuro che tutti noi abbiamo desiderato almeno una volta di essere invisibili. Io da ragazzo ero sicuro di essere invisibile perché non mi prendeva in considerazione nessuno: è il lato “negativo” di questo potere.

È un problema che hanno tutti gli adolescenti. È un potere da adolescenti?

È una bella definizione: adolescente viene da ad-olescum, riconoscere il proprio odore, in latino. A volte non sai che ruolo hai nella tua vita.

Cosa ci puoi dire della musica del film?

La musica originale è di Federico de Robertis, che peraltro è di Lucca, ed Ezio Bosso (Io Non ho Paura). Le due colonne sonore originali sono state registrate con due orchestre importanti, a Budapest con l’orchestra nazionale ungherese e a Londra con la London symphony orchestra, ad Abbey Road. Mettere le mani sul piano di Let it Be è stato come vincere un secondo Oscar. Oltre le musiche originali ci sono tante canzoni, tratte dalla nuova scena musicale indipendente americana e inglese. E ci sono tre gruppi che hanno vinto il concorso musicale del film (sono arrivate oltre 450 canzoni, noi ne abbiamo selezionate tre).

Stiamo per assistere all’incontro con #GabrieleSalvatores per #IlRagazzoInvisibile! #luccabad #luccaCG14

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A questo punto abbiamo visto la prima di una serie di clip del film. Si trattava della scena in cui il giovane protagonista scopre di essere diventato invisibile: è mattina, si alza dal letto e non si accorge di nulla (in realtà neanche noi: vediamo i suoi gesti quotidiani attraverso dei dettagli). Fa una doccia, si lava i denti ed è a quel punto che, specchiandosi, si rende conto di essere invisibile. Improvvisamente entra in camera sua madre (Valeria Golino) e lo cerca: lui non le dice nulla, fa finta di non esserci, ma il suo cagnolino avverte la sua presenza e si nasconde sotto il letto impaurito. Mentre la madre cerca di tirarlo fuori da là sotto, Michele scrive un biglietto a sua madre (“Sono uscito prima oggi”) e glielo posa affianco. Quando la madre, uscita dalla camera, lo chiama al telefono lui risponde e le dice che è impegnato, e poi esclama: “E adesso?”

Quel “e adesso..?” lascia immaginare che ora Michele ha scoperto di essere un superpotere i suoi problemi non siano finiti, ma aumentati.

Sì, i famosi superproblemi, come dice un fumettista famoso. La grande invenzione di Stan Lee è stata portare i supereroi nella dimensione umana. A noi interessano proprio i problemi: come farà Michele ad andare a scuola, essendo mattina? All’inizio pensa di essere un mostro, ma alla fine scopre altre cose…

E a scuola come va? Ci sono dei bulli?

Sì, certo, a scuola ci sono i bulletti, la ragazzina di cui è innamorato e che non lo considera, insomma è la classica vita da adolescente. Cosa fai se sei invisibile? Prima ti spaventi e poi provi a usare il potere in maniera magari un po’ stupida. Magari lo usi per vendicarti, rifacendoti sulle cose che ti hanno fatto i bulli… Poi però scopri che quel potere va usato in maniera più adulta e responsabile.

E tu quale superpotere volevi da ragazzino?

Non ci ho mai pensato. Al discorso dell’invisibilità ci abbiamo pensato tutti, mi sarei infilato nello spogliatoio delle ragazze come fa il protagonista in una scena! Una delle cose che mi hanno sempre colpito è la possibilità di avere accesso a un’altra dimensione: qualsiasi superpotere apre la porta a un mondo che non vediamo. Insomma per farla breve mi basterebbe un superpotere qualsiasi, per me l’importante è vedere quello che c’è dietro la vita che vediamo normalmente. Sono convinto che vediamo solo una porzione della realtà. Sarebbe bello vederne almeno un altro pezzettino.

Altre due canzoni del film eseguite dal vivo: Wrong skin di Mariluna Cipolla e In a Little Starving Place dei Carillon, entrambe dalle sonorità molto suggestive.

 

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L’aspetto visivo in questo film è importante. Per me è sempre importante, ovviamente, per me è il cinema è visione, immagine. Il mio maestro montatore, Nino Baragli (lavorava con Pasolini e Leone), diceva: vediamo la scena senza sonoro, se funziona senza audio vorrà dire che è perfetta. Ecco quindi che devo ringraziare il nostro direttore della fotografia Italo Petriccione. E anche la scenografa e la costumista, due lucchesi. E poi anche Rai Cinema e 01 che hanno creduto in un film difficile.

Ricordo un regista che diceva: se a una stessa immagine contrapponi musiche differenti, ti sembreranno due immagini diverse.Quanto è importante per te la musica?

Sì, Ejzenstejn, che ha inventato il montaggio. Comunque sì, avrei voluto essere una rockstar ma avendo perso i capelli ho dovuto fare il regista. la musica è importante e senza di essa non potrei vivere.

E come avete scelto tra oltre 450 provini musicali…

Diciamo che con Italy in a Day ho imparato a scegliere! Abbiamo ricevuto 450 canzoni, con un livello medio inaspettato, davvero alto. Dovremmo avere più fiducia nei giovani di questo paese. Non è detto che queste siano le tre più belle, sono le tre più belle che meglio si adattano alle scene del film. C’è una scena in cui il protagonista va a una festa di Halloween, e una delle canzoni era perfetta per quella scena. Quindi la scelta è stata su qualità, gusto personale e poi sul fatto che si potesse adattare alle immagini.

Chi ti ha aiutato a rendere i superpoteri al cinema?

Dovendo fare un film supereroistico europeo abbiamo cercato di fare le cose a modo nostro. Un conto è fare una astornave in CGI che nessuno ha mai visto, e un conto è far volare una penna, perché la penna sappiamo bene come è fatta. Abbiamo usato dai fili di nylon per spostare una sedia o chiudere una porta, fino a elementi generati totalmente al computer. La bicicletta che vedete nel trailer è totalmente fatta al computer. Proprio in questo momento a roma gli artisti stanno lavorando agli ultimi effetti. Ma qualsiasi effetto speciale senza un cuore rimane irreeale.

A questo punto abbiamo visto una ulteriore clip: siamo in Siberia, una voce fuori campo (che dovrebbe essere il vero padre di Michele) spiega che le persone con “poteri speciali” venivano rinchiuse in quei campi. Vediamo un bambino che riesce a comandare col pensiero una pallina da golf, un ragazzino è in grado di allungare i propri arti in maniera elastica, un altro vola. I loro aguzzini li costringono a usare i poteri, come delle cavie, solo che più li usano più si indeboliscono. Il padre attraverso questa voce fuori campo cerca di spiegare come ha conosciuto sua madre: erano entrambi Speciali e così Michele è figlio di due Speciali. Dopo la sua nascita vediamo i genitori scappare dal bunker, ma lei rendendosi conto di rallentare la corsa consegna il bambino a lui, utilizzando poi i propri poteri per rallentare i militari. Una farfalla però si posa sulla sua spalla invisibile, suggerendo al generale dove si trova

Una graphic novel, un romanzo, la colonna sonora: state espandendo l’universo di questo film. Quanto vi siete divertiti ad andare oltre ai 100 minuti di un film?

Alessandro Fabbri: Quando con Panini abbiamo parlato della possibilità di fare il fumetto, loro ci hanno proposto di fare qualcoa di più, non solo la mera novelization. Quando ce lo hanno detto ci siamo messi a giocare con l’immaginario del film. Il film lancia potenzialmente una saga, e quindi è stato automatico scoprire che quella saga fioriva appena le si dava acqua. La graphic novel sono tre storie interconnesse realizzate da Cajelli. Ma è bello a questo punto iniziare a pensare al sequel, e per noi è un privilegio unico: vedere come anche il nostro supereroe cresce.

invisibileSalvatores: in Italia siamo cresciuti col concetto di realismo, esemplificato dai Promessi Sposi e dai Malavoglia. Questo ci ha molto influenzato come cultura, anche se siamo pieni elementi fantasy nascosti un po’ dovunque. Ma i nostri sceneggiatori sono cresciuti con altri immaginari, e per noi è importante che sperimentino con questi lavori.

Com’è trovarsi a lavorare con persone che maneggiano più media (gli sceneggiatori hanno realizzato treatment e 1992)?

È faticoso perché bisogna tenersi sempre al passo. Non bisogna mai stare fermi, anche al cinema. Loro tre hanno una formazione che unisce la tradizione del cinema italiano classico a una apertura molto pià ampia, che si basa anche sulla profonda conoscenza della struttura del racconto non propriamente tradizionale, almeno per l’italia.

È un film che contiene molta azione. Ludovico, il protagonista, è stato allenato? Lavoro fisico sul set?

Si sono fatti 3-4 mesi con un capo stuntman (collaboratore abituale di Ridley Scott), allenandosi. Hanno passato un bel po’ di tempo appesi a dei cavi con dei corpetti che li facessero volare, hanno imparato a correre e cadere come si fa al cinema e non nella realtà. Questo è stato molto importante, la lavorazione del film è iniziata molto prima delle riprese. Spero che si siano anche divertiti oltre a uscire pieni di lividi.

Ancora una clip, l’ultima: dentro a quello che sembra essere un sottomarino russo un gruppo di “Speciali” viene trasportato lontano da una sorta di base che apparentemente sta per esplodere (un countdown segnala che mancano pochi secondi). Un uomo anziano dice a Michele che lui non fa parte dei Normali, ma che sono “loro” la sua famiglia. C’è una grossa esplosione, l’edificio esplode, mentre il ragazzino inizia a spostare le cose col pensiero: infuriato, chiude di scatto una delle porte del sottomarino e colpisce i suoi aggressori (uno viene colpito da una manopola che si ficca in mezzo alla sua guancia).

Dove avete girato?

Trieste, una Vienna sul mare. C’è questa chiatta con una torre, detta la Tour Eiffel di Trieste, ovvero l’Ursus, è la base speciale degli antagonisti.

So che il film non è ancora finito, state apportando i ritocchi finali. Qual è l’immagine che ti rimarrà impressa di questa produzione?

Ce ne sono tante. Ma a Trieste c’è la bora, un vento gelido che arriva a una forza incredibile. Ricordo che una volta Ludovico doveva girare delle scene sul molo, in bicicletta. Aveva il vento a favore, doveva frenare e siamo scattati TUTTI per impedire che cadesse nel mare. Si è fermato a mezzo metro dal bordo!

Dopo la Siberia, quindi, Trieste..

Alla fine del film si parla di Marocco. Il prossimo film lo giriamo al caldo!

A conclusione dell’evento abbiamo sentito la canzone dei titoli di coda: Invisible Boy di Fede e gli Infedeli.

Il Ragazzo Invisibile uscirà il 18 dicembre.