Dal 5 novembre una direttiva del Ministero degli Interni rende impossibile l’utilizzo di armi di scena dai set cinematografici e televisivi e ferma quindi la fornitura di armi ad uso scenico.

Le armi di scena sono armi comuni opportunamente disattivate e modificate per essere utilizzate durante le riprese di film, spot pubblicitari e serie tv, e sono ovviamente sottoposte a controlli e autorizzazioni. Le nuove regole imposte dal Ministero degli Interni, però, sono praticamente inapplicabili e rendono impossibile la certificazione delle armi ad uso scenico.

Questo inevitabile stop potrebbe dare un duro colpo, da subito, alle numerose fiction di azione le cui riprese sono in corso in questi giorni: da Squadra Antimafia Catturandi a Montalbano, passando per Suburra di Stefano Sollima, ma numerosi quotidiani segnalano anche che se entro febbraio la situazione non sarà risolta potrebbe farne le spese anche il 24esimo film di James Bond, le cui riprese si terranno in parte in Italia (ma non è chiaro se le scene in questione comporteranno sparatorie).

Anica e APT hanno subito diramato un comunicato dai toni molto preoccupati:

Le perdite economico/produttive che ne deriveranno al settore si annunciano ingenti. Gli sforzi delle film commission, e le finalità delle politiche di incentivazione, volte ad attrarre sul territorio del nostro Paese le produzioni cine audiovisive d’azione, saranno vanificate. Tutto ciò a causa della legge che regolamenta la detenzione e l’uso delle armi a uso scenico, che ne stabilisce i requisiti tecnici e che indica le procedure per il relativo riconoscimento, ma con norme tecnicamente opinabili, oggettivamente inapplicabili e per di più con termini di attuazione perentori giunti oggi a scadenza. Al momento siamo arrivati solo alla mera stesura, da parte dei competenti Dicasteri, di un testo contenente la proroga dei termini, ma fermo da un mese nel suo iter promulgativo. Risultato: stop alle attività, stop allo sviluppo, stop all’occupazione, stop alla competitività. Il passo del gambero.

Fonte: Anica

Nota: in una versione precedente dell’articolo si citava un report del quotidiano IlSecoloXIX che, successivamente, si è ritenuto speculasse troppo rispetto alla notizia in sè