Dopo l’annuncio di candidature importanti come quelle della Screen Actor Guild (Sag), Golden Globe (GG), Broadcast Film Critics Association (BFCA) e Indipendent Spirit Award (ISA), si può cominciare tranquillamente a riflettere su chi saranno quei film, quei registi e quegli attori che si giocheranno quest’anno più chance alla 87esima edizione degli Academy Awards.

Film & Regia

La domanda che interessava molto anche BadTaste.it era valutare le reali chance di Boyhood di Richard Linklater di poter gareggiare agli Oscar 2015. Ci chiedevamo noi per primi: non sarà più un film sperimentale alla Indipendent Spirit Award?

E invece, forse a causa dell’assenza di un grande contender nazionalpopolare come ai tempi di The Artist (Hugo Cabret fu spazzato via da un film muto francese in bianco e nero), si sta prefigurando per il dramma familiare diretto da Linklater nel corso di 12 anni una strada in discesa per la notte delle stelle quantomeno in relazione alle nomination. Chi si sarebbe mai aspettato per Boyhood 5 candidature ai GG (la Hollywood Foreign Press Association sono giornalisti e fotografi che raccontano il mondo dell’intrattenimento principalmente per testate straniere), 8 ai BFCA (circa 250 giornalisti e critici televisivi, radio e online) e 3 ai SAG (del Sindacato degli Attori votano le nomination solo 2100 rappresentanti rispetto ai 100 mila votanti in occasione dell’assegnazione dei premi)?

Le 5 nomination agli ISA ci appaiono più che scontate.

A questo stato della corsa il discorso si fa molto interessante per chiunque abbia goduto negli anni dei grandi cambiamenti avvenuti dentro l’Academy Award dopo le vittorie di Miglior Film di Non è un paese per vecchi (2007), Millionaire (2008), The Hurt Locker (2009) e The Artist (2011). Ovvero… riuscirà il piccolo Davide-indie Boyhood (sperimentale nella produzione e molto orizzontale nella costruzione drammaturgica) contro il Golia Birdman circondati dai più convenzionali e da Oscar L’enigma di un genio, Selma e La teoria del tutto?

Ad oggi i frontrunner per Miglior Film appaiono proprio il nostro sorprendente Boyhood, l’attoriale Birdman (e sarebbe per la Mostra del Cinema di Venezia l’ennesima bella soddisfazione legata al film di apertura mezzo messicano dopo il successone 2014 di Gravity) e i più posati Selma (c’è Martin Luther King in questo film!), L’enigma di un genio (c’è il giovane papà dei computer Alan Turing in questo film!) e La teoria del tutto (c’è il giovane genio dell’astrofisica Stephen Hawking in questo film!).

In seconda fila è possibile immaginare l’altro indipendente dal sapore mainstream Whiplash, The Grand Budapest Hotel, Foxcacther, Lo Sciacallo (molto in risalita) e Unbroken di Angelina Jolie, uscito con le ossa rotte dai GG con ZERO nomination ma secondo alcuni analisti attenti come Ramin Setoodeh di Variety in possibile rimonta Oscar per via di un sistema di votazione diverso (all’Academy valgono di più le proposte di Miglior Film messe al numero 1 nella lista dei votanti).

Anche American Sniper di Clint Eastwood con un Bradley Cooper in versione Navy Seals potrebbe beneficiare di un recupero all’Oscar laddove ha stentato sia ai GG che ai BFCA – sia Eastwood che Cooper sono stati relegati alla categoria subordinata di Action Movie (supponiamo che i due non l’abbiano presa proprio bene).

Che Birdman sfondasse ai SAG era prevedibile per via del fatto che è un film che parla d’attori. Ma anche il suo tono critico ma non troppo nei confronti della mania da cinefumetto di oggi con finale in crescendo metafisico… potrebbe sciogliere qualche cuore dentro l’Academy e portarli a pensare che premiarlo dia un segnale che Hollywood sa anche accettare un po’ di satira, e un minimo di critica, al cinefumetto che sta dominando gli incassi di tutto il mondo da ormai 15 anni (e quindi è un asset produtivo che Hollywood giustamente non può però permettersi di prendere troppo in giro). Sarà veramente interessante vedere come Birdman verrà discusso dentro l’Academy. Per ora sembra non sbagliarne una.

Regia? Più facile. I nomi molto difficilmente NON saranno Iñárritu (Birdman), Linklater (Boyhood), Ava DuVernay (Selma; prima regista afroamericana a essere nominata a un GG) e Morten Tyldum (L’enigma di un genio). Scott Feinberg di The Hollywood Reporter parla di un quinto underdog, Damien Chazelle per l’ottimo Whiplash, ma sia i GG che i BFCA mettono prima di lui David Fincher (L’amore bugiardo), Wes Anderson (The Grand Budapest Hotel) e occhio sempre alle possibili ripescate Clint Eastwood (American Sniper) e Angelina Jolie (Unbroken).

Attori & Attrici

Whiplash aveva dato per scontato J.K. Simmons, dai tempi di quella trionfale serata di apertura al Sundance 2014, come Miglior Attore Non Protagonista mentre a Cannes molti avevano giustamente previsto la strada in discesa per la trasformazione di Steve Carell nel miliardario John du Pont in Foxcatcher come Miglior Attore Protagonista. E ora che sono passati dei mesi? Michael Keaton è tornato forte per Birdman ma mai dimenticare gli interpreti nei ruoli di persone realmente vissute (una cosa adorata agli Oscar) come Eddie Redmayne (è Stephen Hawking!), Benedict Cumberbatch (è Alan Turing!) o David Oyelowo (è Martin Luther King!). I GG, qualora uno li volesse ancora prendere molto sul serio in ottica Oscar, sdoppiano la nomination tra dramma e commedia/musical mentre i SAG hanno dato una chance in più al Jake Gyllenhaal dimagrito quasi 14 chili per Lo sciacallo. Gli Oscar adorano gli sbilanciamenti di peso negli interpreti.

E poi amano molto anche la malattia: quindi Eddie Redmayne e Benedict Cumberbatch sono in pole position con il buon Eddie addirittura avanti a Benedict in fatto di acciacchi psico-fisici. Ebbene sì: J.K. Simmons ha conservato i favori dei pronostici per Miglior Attore Non Protagonista dai tempi del Sundance. L’avanzata alle sue spalle di Ethan Hawke e Edward Norton non sembra imbarazzarlo anche se Norton un po’ di paura la fa. Non ha mai vinto dopo due nomination folgoranti a inizio carriera nel 1997 (Non Protagonista per Schegge di paura) e 1999 (Protagonista per American History X). L’Academy potrebbe dirgli, con l’Oscar come Non Protagonista per Birdman: “Ti vogliamo bene Ed. Torna a fare più film ed esci dal tuo isolamento!”

Migliori attrici: malattia anche qui in primo piano e laddove Julie Christie non ce la fece come malata di Alzheimer nonostante la nomination nel 2008… ecco che Julianne Moore potrebbe cumulare il buon consenso attorno al dramma satirico Maps to the Stars di David Cronenberg (Miglior Attrice a Cannes 2014) per far sì che possa vincere finalmente dopo ben quattro nomination con la prova magistrale in Still Alice dove è un’intellettuale (un po’ come lo era anche la Christie in Lontano da lei della Polley) affetta da Alzheimer. Ad oggi è strafavorita.

Sembra che non ce ne sia veramente per nessuna. Anche per la Jennifer Aniston in risalita con Cake, adorato a Toronto in questo settembre 2014. La Aniston sta convincendo molto come malata cronica ossessionata dal suicidio di un membro femminile del suo gruppo terapeutico.

Sul fronte Non Protagonista invece la faccenda è più divertente. Mentre sta riprendendo posizioni addirittura la Tilda Swinton di Snowpiercer, lo scontro potrebbe essere a questo punto tra l’esperta Patricia Arquette di Boyhood (se il film non sfonda agli Oscar più importanti potrebbe essere una sorta di scelta compensatrice) o la sempre più solida Emma Stone di Birdman (l’Academy potrebbe volerla lanciare del tutto come promessa ormai mantenuta come fece in passato con le Gwyneth Paltrow e due anni fa con Jennifer Lawrence).

La cerimonia degli Oscar si terrà il 22 febbraio al Dolby Theatre dell’Hollywood & Highland Center, verrà trasmessa dalla ABC. Le nomination verranno annunciate alle 5.30 del mattino (fuso orario del Pacifico) del 15 gennaio.