Non è una novità il fatto che il franchise di Spider-Man stia attraversando un momento decisamente critico (il leak Sony delle settimane scorse ne ha fornito una prova schiacciante).

In attesa di scoprire sviluppi su tutta la questione, Empire ha parlato con David Koepp, sceneggiatore del primo Spider-Man diretto da Sam Raimi, in merito alla direzione che secondo lui dovrebbe (o avrebbe dovuto) prendere il franchise.

Se fossi il responsabile di Spider-Man al momento, e non ci fossero problemi economici, farei… (pausa). Beh, ora capite perchè hanno problemi! (ride) Non è così facile, eh?

Quando ero impegnato a scrivere il primo Spider-Man ricordo di aver avuto chiaramente un’idea su tre film, ognuno di genere diverso. Un po’ come successo con i fumetti e le varie iterazioni: Spider-Man, Amazing Spider-Man, Spectacular Spider-Man… ce ne sono sempre state tante.

Quindi piuttosto che scegliere una sola strada, o un tono simile, avrei impostato atmosfere particolarmente diverse. Il classico Spider-Man, che sarebbe stato il primo, poi i kolossal di Sam Raimi, e poi i The Amazing Spider-Man, fatti con un budget di 75-80 milioni di dollari, dai toni più spinti verso il vietato ai minori (se non proprio vietati, almeno diretti in quella direzione), anche se non penso avrebbero osato tanto. Film più brevi, più crudi, più cattivi, più violenti. Personalmente non apprezzo i cinecomic troppo pomposi.

E questi film non dovevano per forza essere consecutivi, ma potevano uscire anche simultaneamente. Pensai anche al fatto che ci doveva essere una serie di Spectacular Spider-Man, per non escludere grosse fette di pubblico. Ai bambini comincia a piacere Spider-Man dai tre anni in poi (e anche prima), quando ero piccolo adoravo la serie animata, quindi ho sempre pensato che dovevano esserci più filoni per accontentare diverse generazioni di fan.
Parlando del genere supereroistico:
Resto sempre stupito dalla sua qualità, longevità e dalla sua abilità del crescere e espandersi. Credo che i cinecomic siano fantastici. All’inizio ero molto scettico sulla direzione che stavano prendendo, ma ora mi sento parte del pubblico, sono emozionato all’idea di vederli svolgere.