È tornata la Festa? Questo ancora non si sa. Di certo le voci di un ritorno prepotente di Piera Detassis e Antonio Monda nel Festival che li vide protagonisti nelle prime edizioni sono a questo punto sempre più insistenti. Lei è stata Direttrice dall’edizione 2006 a quella del 2011 compresa. Lui ha sempre frequentato la capitale, lasciando la sua base newyorchese, per degli interessanti incontri di cinema in coppia con Mario Sesti. A due mesi dalla fine del 2014 e senza nessuna notizia certa sulla prossima decima edizione del Festival (teniamo ancora questo termine) se non le dimissioni del Presidente di Fondazione Cinema per Roma Paolo Ferrari, sapevamo all’inizio di febbraio non troppo circa l’avvenire della manifestazione se non quattro cosette.

  1. I tre anni di direzione artistica Marco Müller erano stati di una mediocrità cinematografica imbarazzante con l’aggravante di aver generato una serie di tensioni, polemiche e atteggiamenti muscolari (con la sgraziatamente defenestrata Detassis, con il Festival di Torino, con la Universal, con la Disney che si offese al punto da mettere Guardiani della Galassia nel Festival collaterale Alice nella città, con il concetto stesso di credibilità internazionale premiando Tir nel 2013 e quindi distruggendo il senso della competizione) inversamente proporzionali ai risultati ottenuti. Quando se ne è andato, nessuno ha pianto.
  2. Il Mibact entra a fine anno 2014 nella Fondazione Cinema per Roma attraverso l’Istituto Luce e come fosse quello grande tra i ragazzini dice: “Ora che siamo arrivati noi, ridisegniamo l’identità del Festival tutelando Venezia e facendo scomparire ogni contrapposizione”. Un altro segno della debacle totale dei tre anni mülleriani.
  3. Paolo Ferrari, come scritto sopra, si dimette il 2 febbraio da Presidente della Fondazione Cinema per Roma, l’ente i cui soci fondatori sono Roma Capitale, Regione Lazio, Provincia di Roma, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Roma, Fondazione Musica per Roma. Ma da dicembre… è arrivato anche il Ministero.
  4. Mario Sesti, l’eterno convitato di pietra amato & odiato dal Cda di Fondazione Cinema per Roma (sembra perfettamente spaccato a metà sul suo nome) quando per molti (compresi noi) sarebbe il Direttore ideale del Festival perché competente, radicato nella manifestazione (dalla prima edizione del 2006), riconoscibile, non megalomane e perfetto in tempi di tanto sbandierata spending review (ha già un contratto a tempo indeterminato), organizza una conferenza stampa. Il 4 febbraio rilancia il suo slogan preferito ovvero “il più grande cineclub della Capitale”. Stiamo parlando di quel Cinema al MAXXI (a duecento metri dall’Auditorium) dove sembra essersi accasato aspettando paziente tempi migliori. Lui fino al 28 marzo sarà impegnato con un calendario fitto di proiezioni e incontri. Dopo?

Siamo già a febbraio inoltrato e di ufficiale si sa solo questo. Ma ora, ecco che le voci arrivano fortissime dal Festival di Berlino e non solo. Sembra che Piera Detassis sia stata convocata dal Sindaco di Roma Ignazio Marino per chiederle di accettare il ruolo del dimissionario Ferrari. Sembra che Antonio Monda, autore e curatore con Mario Sesti dei bellissimi incontri Viaggio nel cinema americano (prima volta che Terrence Malick uscì dall’ombra kubrickiana per parlare davanti a un pubblico), possa diventare il Direttore Artistico. Sembra, insomma, che si stia tornando a quella idea veltroniana della prima edizione del 2006 ovvero di una Festa e non di un Festival. E quindi una manifestazione non muscolare, non velleitaria, non presuntuosetta ma divertente, spensierata e senza equivoci culturali di chi vorrebbe alzare la voce con Venezia e Torino quando francamente non se lo può proprio permettere.

La Detassis e Monda sarebbero perfetti.

Detassis è la Direttrice di Ciak, arrivata al diciassettesimo anno (avete letto bene) di conduzione della rivista di cinema più importante d’Italia. Monda è un agile intellettuale, scrittore, docente di cinema, documentarista, pure ex regista drammatico (il poco ricordato Dicembre del 1990) e amicone di Wes Anderson. La sua agendina e i suoi contatti sfidano forse quelli del Minà anni ’80 recuperando la famosa gag di Massimo Troisi.

Insomma… la nostra tanto evocata operazione simpatia assolutamente necessaria per rilanciare il Festival di Roma può partire proprio da questi due signori. Ci piacerebbe pure che si recuperasse ufficialmente Sesti.

A fine mese, si spera, il tutto verrà formalizzato per poi annunciare date (pare si confermi metà ottobre) e struttura più specifica (bye bye definitivo al Concorso e solo fun fun fun con prime e incontri come vuole pure il Mibact).

E speriamo che all’anno dieci, Roma abbia un Festival, o Festa, senza polemiche ma solo voglia di cinema.