Il primo capitolo di Ritorno al Futuro, cult diretto da Robert Zemeckis, usciva nelle sale americane esattamente il 3 luglio del 1985 (qui trovate il videotributo creato da JoBlo). In occasione del 30° anniversario dell’uscita della pellicola ecco 10 curiosità legate alla produzione e alla gestazione di uno dei film più iconici degli anni ’80 tratte dal libro di Caseen Gaines “We Don’t Need Roads: The Making of the Back to the Future Trilogy“:

– L’idea iniziale alla base del film venne al produttore Bob Gale durante una visita a casa di suo padre, luogo in cui si ritrovò a sfogliare un vecchio annuario del college appartenuto al suo vecchio. Nel 1981 scrisse insieme al suo amico Robert Zemeckis la prima bozza della sceneggiatura. In tale script Marty McFly era un pirata audiovisivo, mentre il suo amico, il professor Brown – non ancora “Doc” – aveva una scimmia di nome Shemp come animale domestico. Nessuna major fu interessata al progetto fino all’uscita nel 1984 di “All’Inseguimento della Pietra Verde” dello stesso Zemeckis. Insieme all’amico Steven Spielberg (unico a conoscenza del progetto fin dall’inizio), Zemeckis e Gale iniziarono a sviluppare il film con la Amblin, ospitata a quel tempo dalla Universal.

– Dopo aver girato per quattro settimane il regista Zemeckis ha dovuto riconoscere che Eric Stoltz – che ha battuto altri giovani attori come C. Thomas Howell, Johnny Depp, John Cusack e Charlie Sheen per la parte di Marty McFly – non era all’altezza della comicità richiesta dallo script. Gale a malincuore comunico al capo della Universal Sid Sheinberg che Michael J. Fox avrebbe sostituito Stoltz per la parte (in quel momento Fox era impegnato con le  riprese di Casa Keaton).

– Numerosi membri della troupe e del cast non furono esattamente dispiaciuti dall’addio di Stoltz, che si definiva un attore con metodo. L’attore Tom Wilson (Biff nel film) aveva sviluppato una forte antipatia per Stoltz, aspetto che si ripercosse ferocemente anche nella scena della mensa. Christopher Lloyd (“Doc”) definiva Stoltz un “ottimo attore” ma comunque secondo lui non riusciva a tradurre quella vena comica richiesta sul grande schermo.

– Melora Hardin (Jan della serie della NBC The Office) doveva inizialmente vestire i panni di Jennifer, fidanzata di Marty. Ma quando Stoltz fu sostituito da Fox la produzione la rimpiazzò con Claudia Wells per problemi di altezza. La Hardin scoppiò in lacrime quando venne chiamata da Gale per darle la notizia.

– Lea Thompson (Lorraine) ci mise un po’ prima di accettare Michael J. Fox: “Sono stata davvero arrogante”, ammette la Thompson, “pensai tipo ‘Oh mio dio, un attore di una sitcom?’, mi posi in maniera arrogante sulla questione. Ma dopo aver partecipato a Caroline in the City ho capito che era davvero una cosa difficile da fare”. L’attrice fu presto conquistata dal suo nuovo co-protagonista.

– L’animatore della Industrial Light & Magic Wes Takahashi non rimase soddisfatto da una particolare scena del film, quella in cui la DeLorean viaggia indietro nel tempo fino al 1955: “Non mi è mai piaciuta la scena in cui il gigantesco fulmine colpisce la torre dell’orologio”. Secondo Takahashi il fulmine era troppo grande e avrebbe voluto altro tempo per presentare altri concept e perfezionale tale frammento.

– Mark Campbell, doppiatore nelle parti cantate di Fox mentre si esibisce con “Johnny B. Goode”, dopo aver registrato tali parti fu informato da Gale che non sarebbe stato accreditato nei titoli della pellicola per mantenere l’illusione che fosse realmente Fox a cantare. Poco dopo il produttore informò Campbell che il suo nome sarebbe comparso nelle colonna sonora del film.

– I montatori finirono il montaggio del film con l’acqua alla gola, completando il lavoro dopo tre settimane dalla fine delle riprese. Secondo il montatore Arthur Schmidt il primo test screening con il pubblico fu “molto agitato” soprattutto nella parte iniziale del film: “Nella prima mezzora alcuni ragazzi seduti di fronte a Harry Keramidas (montatore) non la smettevano di chiacchierare” ha dichiarato Schmidt. Per fortuna poi il pubblico fu rapito dalla seconda parte della pellicola.

– Secondo alcune fonti il produttore della Universal Sid Sheinberg sentiva che il titolo “Ritorno al Futuro” avrebbe confuso non poco il pubblico e per questo spinse per cambiare tale titolo in “Spaceman From Pluto”, in riferimento ad un fumetto che viene mostrato all’inizio della pellicola. Zemeckis e Gale rimasero invece convinti del titolo originale.

– Il film incassò 210,6 milioni di dollari a livello nazionale e fu ovviamente un gigantesco successo (divenne il maggior incasso al botteghino USA del 1985). Nonostante il successo Zemeckis apparve riluttante all’idea di fare un sequel, idea che cambiò ben presto quando gli studios affermarono che lo avrebbero comunque realizzato con o senza di lui.

FONTE: THR