Sono passati due giorni da quando Josh Trank, alla vigilia dell’uscita di Fantastic 4: i Fantastici Quattro, ha pubblicato e subito cancellato un tweet nel quale sosteneva che il film che ha realizzato lui non è uscito al cinema – e che probabilmente nessuno lo vedrà.

Il tweet scritto dal regista trentunenne, forse frustrato dalle recensioni negative del film, è stato comunque diffuso sui social media e sui siti specializzati. E ha sollevato non poche polemiche, facendo scricchiolare il velo di omertà che copriva la difficile produzione ormai da mesi, da quando avevano iniziato a circolare voci di un possibile allontanamento del regista e di riprese aggiuntive a soli tre mesi dall’uscita.

Diverse fonti hanno parlato con Entertainment Weekly chiarendo che il motivo di tante frizioni non era legato a differenze creative sul film (anche se il finale ricco d’azione inserito dai produttori sembra sia molto diverso da quello originale), ma al comportamento dimostrato da Trank nei confronti della troupe, dei produttori, dei rappresentanti dello studio e dagli stessi attori. Una serie di dispute personali (più volte sono state citate le accuse di aver danneggiato la casa che la Fox aveva preso in affitto per lui a New Orleans) che, sul set, si sono manifestate con un atteggiamento ostile e frustrato.

C’è chi dice che queste dispute siano nate dalla stessa Fox, che ha ritardato il casting e l’approvazione dello script, ha tagliato il budget di decine di milioni di dollari (il computo finale arriva a 120 milioni di dollari) e ha imposto cambiamenti dell’ultimo minuto alla vigilia dell’inizio delle riprese, creando confusione e stress.

Altre fonti sostengono che con questo tweet Trank avrebbe colpito chi invece stava cercando di difenderlo. Il silenzio stampa di questi mesi, infatti, sarebbe stato dovuto non solo alla necessità di proteggere il film (mantenendo un clima tollerabile durante la fine della post-produzione) ma anche alla volontà di proteggere il regista dall’umiliazione collettiva verso al quale stava andando incontro. Ovviamente in questo modo anche i dirigenti della Fox si sono sottratti allo scrutinio pubblico.

Ufficialmente, comunque, i diretti interessati continuano a mantenere il velo di omertà: quando incontra la stampa, Kinberg non esprime pareri su quanto accaduto, e i rappresentanti della Fox non commentano. È possibile che venga fatta luce sulla controversa produzione del film quando questo avrà terminato la sua corsa al box-office, ma intanto due persone hanno espresso le loro opinioni sulla vicenda.

Il primo è Max Landis, che ha sceneggiato il film del debutto di Trank, Chronicle. Quando il regista aveva lasciato la produzione dello spin-off di Star Wars, Landis aveva ironizzato su Twitter, ora invece cerca di andare più a fondo:

Chronicle è stata una esperienza incredibilmente rara e semplice. Adoravo scrivere quel film, adoravo i produttori e collaborare con Josh, che penso sia geniale, le cui idee hanno ispirato il mio script. Ho combattuto duramente perché fosse lui a dirigere il film. Ma Chronicle è stato un completo colpo di fortuna. Ci ès tato dato tantissimo controllo sul film perché, in sostanza, il film era piccolo. Ci abbiamo messo solo sei mesi a farlo. Avevo venduto degli script in passato ma questo era il primo ad aver ricevuto il via libera. Josh, che aveva fatto il montatore freelance e che aveva diretto solo una webserie, era stato un bravo collaboratore. Durante le riprese non avevo dovuto dare alcun suggerimento, ma lo studio e Josh sono stati tremendamente fedeli al mio script. Anche quello è un colpo di fortuna. Una idea originale, dark, incentrata sui personaggi e con un regista alle prime armi. Colpo di fortuna. Un mostro della natura.

Nei cinque anni successivi, ho imparato a mie spese il fatto che si sia trattato di un colpo di fortuna. Creativamente questa industria ti dà dei colpi enormi. Ma solo dopo averti dato l’opportunità di spiccare il volo, e questo è raro. Era logico che un film come Fantastic 4, un incarico davvero impegnativo, avrebbe comportato la presenza di un mucchio di cuochi in cucina.

Come sceneggiatore ho avuto la fortuna, in cinque anni e mezzo, di lavorare a tantissimi progetti e rendermi conto quanto siano diversi l’uno dall’altro. I film di supereroi sono intensi e stressanti. Josh non ha avuto la mia fortuna. Il suo secondo progetto, dopo un debutto nel quale gli era stata data totale libertà, è stato un film con una supervisione intensa da parte dello studio. Quindi non penso che per forza ci debba essere una parte che abbia ragione e una che abbia torto. Penso sia importante dire che se non sei preparato a non LITIGARE come un matto, ma a LAVORARE come un matto, sarà davvero dura. Nessuno vuole fare un brutto film. Questo lavoro raramente è romantico. Non bisogna permettere loro di possederti né di farti del male. A volte è divertentissimo. Ma rimane un lavoro.

 

Il secondo è Joe Carnahan, regista di The A-Team e The Grey, che dopo 15 mesi di pre-produzione su Mission: Impossible III finì per lasciare il progetto a causa di divergenze con Tom Cruise e Paula Wagner. Queste le parole di Carnahan su quanto accaduto:

Bello vedere che quei troll possono copincollare e farla pagare cara a Trank per uno sfortunato passo falso.

[…] Ripenso a me stesso, all’età di Trank, quando mi capitò la vicenda Mission: Impossible III. Se ci fosse stato Twitter, penso che sarei stato un uomo morto senza più una carriera.

[…] I troll se la sono presa con Trank. Se qualcuno come Nolan fosse stato alla regia di FF, si sarebbero inginocchiati tutti.

La vicenda è ancora avvolta nel mistero e non sappiamo se verrà fatta luce veramente, prima o poi, su come sia andata realmente. Rimane da vedere quanto incasserà, a fine corsa, Fantastic 4: i Fantastici Quattro, se la Fox realizzerà davvero un sequel o se, alla fine, deciderà di ridare i diritti dei personaggi ai Marvel Studios. Che, in sostanza, potrebbero essere gli unici a guadagnare qualcosa da questo sfortunato film.

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