Durante la conferenza stampa di presentazione di Il Ponte delle Spie, Steven Spielberg ha avuto modo di puntualizzare la sua opinione circa il destino dei cinecomic (che potete leggere qua).

Solo per chiarire, non ho assolutamente predetto l’implosione dell’industria nel suo complesso, ho semplicemente predetto che si arriverà al punto in cui un dato numero di blockbuster in una singola estate – questa sorta di giganteschi tentpole supereroistici – non funzioneranno più. Ecco quello che ho detto. Non ho mai affermato che l’industria cinematografica imploderà a causa dei cinecomic. Ho semplicemente detto che, secondo me, questo particolare genere cinematografico non avrà una corsa lunga come quella del genere western che è stato popolare fin dagli albori del cinema e ha iniziato a rallentare negli anni ’60.

Il leggendario filmmaker ha poi discusso circa i cambiamenti dell’industria cinematografica e che ha allargato la disponibilità di offerte relative ai vari generi:

Stavo anche cercando di puntualizzare come oggi sembri esserci spazio per ogni genere di film perché c’è un pubblico per ogni cosa. Una cosa che solo cinque anni fa non accadeva. Questi film più piccoli riescono a stringersi e trovare un ormeggio accanto a questi lungometraggi giganteschi tipo Queen Mary. Si riesce a trovare un pubblico e, quindi, finanziatori e distributori. E non parlo necessariamente di film come Il Ponte delle Spie, ma anche di pellicole indipendenti.

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