In questi giorni, se siete soliti seguire il mondo dell’informazione videoludica, potreste aver letto titoli altisonanti in cui veniva dichiarato come Metal Gear Solid: The Phantom Pain, il quinto capitolo del popolare franchise by Hideo Kojima, abbia incassato più di Avengers: Age of Ultron.

Notizia puntualmente riportata anche da alcuni siti italiani come Everyeye o Multiplayer, nonché dalla versione nazionale di IGN.

La realtà dei fatti non è proprio questa, come fa notare Polygon con un editoriale decisamente azzeccato.

Innanzitutto, come si è giunti ad affermare ciò?

Tutto parte da quanto riportato da Adobe Digital Index  (lo potete trovare qua) e riassunto dal grafico più in basso, in cui vengono comparati gli introiti generati dal videogame e dal kolossal Marvel al day one (in relazione anche ai rispettivi costi produttivi).

 

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Peccato che si tratti di numeri completamente sballati.

Basta verificare rapidamente su Box Office Mojo come il cinecomic di Joss Whedon abbia sì incassato 84 milioni di dollari al day one, ma solo ed esclusivamente negli Stati Uniti, dove ha esordito il 1° maggio del 2015. In quella data il film, come avviene già da qualche anno con la finestra primaverile dei blockbuster Marvel, era già uscito da una settimana abbondante in buona parte dei mercati principali, nazioni europee incluse (Fonte: imdb). Proprio per questo, stabilire con esattezza quanto possa aver guadagnato nel giorno di esordio una pellicola che è arrivata nei cinema in giornate e mesi differenti a seconda del mercato di riferimento non è semplice. Tenendo per buoni i 55 paesi in cui Avengers: Age of Ultron ha aperto in sostanziale contemporanea, la cifra sale in maniera considerevole a 202 milioni (fonte: Deadline). A cui poi andrebbero aggiunti gli 84 dell’opening statunitense, per un totale di quasi 300 milioni.

Più semplice il discorso con il titolo Konami, uscito in tutto il mondo il primo settembre.

Come suggerito poi, in maniera corretta, da Polygon, è abbastanza insensato continuare a paragonare i successi dei titoli videoludici Tripla A con quelli dei più noti blockbuster, per il semplice fatto che il cinema riesce ancora a “muovere” fisicamente un numero di persone ben maggiore.

Non serve essere dei geni della matematica per capire che raggiungere i 179 milioni di dollari con un prodotto dal costo medio di 60/70 Euro-Dollari a copia, sia un discorso ben differente dal generare un giro d’affari come quello di un blockbuster hollywoodiano, capace di dare vita a numeri da capogiro nonostante il prezzo medio di un biglietto cinematografico si attesti attualmente, a livello globale, sui 4.74 dollari.

E fra il mercato del cinema e dei videogiochi esiste – e presumibilmente continuerà a esistere – un distinguo che continuerà a penalizzare il secondo rispetto al primo: la differente tenuta commerciale. Non è un mistero che un videogame, per non essere considerato un fallimento, debba trionfare nel brevissimo periodo. Spesso poi, i tanto decantati numeri stellari si basano sulle unità distribuite ai negozi, e non a quelle effettivamente vendute perché l’industria dei videogame è paradossalmente molto conservatrice in materia. Il cinema, al contrario, ha un tracking molto più preciso quando si tratta di contare i biglietti materialmente staccati presso le casse dei cinema. Inoltre, un film ha una natura commerciale ben differente che non si esaurisce nell’opening date (che, proprio come nel caso del citato Avengers: Age of Ultron, spazia dal 22 aprile in cui ha debuttato in Italia e altri paesi fino all’approdo in terra nipponica avvenuto il 4 luglio) e che prosegue poi nell’home video, nella vendita dei diritti di sfruttamento televisivo e da parte delle compagnie aeree.

Variabili che rendono quantomeno illogico, insensato e sterile continuare a paragonare gli esiti commerciali dei prodotti cinematografici e videludici.

E se un giorno un qualsiasi Metal Gear dovesse arrivare a toccare quota 1.4 miliardi di dollari come il “rivale” Avengers: Age of Ultron ve lo diremmo anche noi. Con tutti “i puntini sulle i” del caso

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