Dopo aver tenuto un panel completamente dedicato al recente film dei Sony Pictures Studios, Pixels, in occasione della View Conference di Torino abbiamo intervistato Daniel Kramer, Visual Effect Supervisor.

D: L’ultimo film a cui hai lavorato è stato Pixels. Uno degli effetti che risalta più all’occhio è quello di destrutturazione dei personaggi. Vuoi descriverci il processo creativo utilizzato?
R:
Lo scopo era semplice: dovevamo far divertire il pubblico che avrebbe visto questa destrutturazione. Vedendola dovevano ridere, non spaventarsi. Per farlo abbiamo dovuto lavorare sulla differenza fra la parte colpita, che si scomponeva in cubetti, e quella non colpita che non subiva questo cambiamento. Dovevamo creare un mix naturale fra le due cose. Per farlo abbiamo anche sfruttato al meglio la luce.

D: Mi risulta che tu stia lavorando al reboot di Ghostbusters. Gli effetti speciali saranno fedeli a quelli del primo film o subiranno grandi cambiamenti?
R:
Nonostante abbia già lavorato al trailer… ne so ben poco. Sono certo, però, che rispetteremo il film originale e ciò che è stato mostrato.

D: Lo scorso anno sei stato coinvolto in Edge of Tomorrow, un film che ho amato. Quali sono state le sfide di questo grande film?
R:
Quello per Edge of Tomorrow è stato un lavoro molto difficile. Più che altro perché mi hanno buttato in una piscina senza dirmi come nuotare, non avevo direttive, nulla. Inoltre è stata la prima esperienza da Supervisor. Potete immaginare come mi sentivo. Questa è stata la maggior difficoltà. E anche se è stato molto stressante mi sono divertito. E il risultato finale è stato più che soddisfacente. Ero felice.

D: Fra i tuoi lavori c’è anche Watchmen e in particolare la realizzazione di Dr. Manhattan. Puoi parlarci di questo film e di ciò che hai fatto?
R:
Sono stato molto contento per il mio coinvolgimento in questo film. In alcune occasioni ho dovuto estendere virtualmente alcuni scenari. In altre aggiungere la folle. Spesso ho dovuto fare entrambe le cose. Ma l’aspetto più bello è stato lavorare a Dr. Manhattan. Abbiamo sfruttato la motion-capture e la CGI per ottenere un risultato finale il più perfetto possibile. In più ci siamo dilettati nel mostrare attraverso fasci di luce la polvere, con un grande lavoro e un elevato contrasto.

D: In questo periodo si parla molto di Spider-Man fra i nuovi film della Sony e i progetti dei Marvel Studios. Tu, tuttavia, hai lavorato al primo lungometraggio dedicato a questo eroe, quello di Sam Raimi. Quali erano le paure mentre lo stavate realizzando?
R:
Quando sono stato chiamato per la lavorazione di questo film le riprese erano già iniziate. Lì ero Digital Effect Supervisor. Il mio compito era garantire che ogni personaggio o comparsa avesse la propria ombra, ben definita. Ho anche lavorato con le fonti di luce e per certi versi il lavoro in Spider-Man mi ricorda quello fatto in Pixels. E la paura era tanta per questo. Ma il risultato mi ha reso felice.

D: Penso che il miglior film dei Sony Animation Studios sia Surf’s Up. Ci spieghi il processo e le tecniche impiegate per realizzare l’acqua, le onde, l’oceano e cioè che ne deriva?
R:
Wow, è anche il mio film preferito. Lo adoro come ho amato lavorarci. L’obiettivo, in quel film, era quello di rendere le onde e l’acqua il più reali possibili. Abbiamo realizzato tutto al PC con un team enorme di persone. Per questo sono stati sviluppati software totalmente nuovi.

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