Ha fatto molto discutere l’uscita del primo film distribuito da Netflix, Beasts of No Nation di Cary Fukunaga. La piattaforma di streaming ha scelto di far uscire la pellicola il 16 ottobre negli USA sia online che in un numero selezionato di cinema, e nel resto del mondo solo online. Nei 31 cinema in cui è uscito, ha raccolto solo 50mila dollari, una delusione per un film costato 12 milioni di dollari (non investiti da Netflix, che ha comprato il film finito).

Ma per dimostrare di aver adottato la strategia giusta, per la prima volta Ted Sarandos (che abbiamo intervistato giovedì a Milano) ha rivelato i dati delle visualizzazioni a Deadline, ovvero tre milioni di persone nelle prime due settimane:

Penso che il film sia stato proposto a un pubblico potenziale molto più ampio di qualsiasi altro film per d’essai nelle prime due settimane, o forse per tutta la sua durata in sala. E siamo solo all’inizio. Siamo entusiasti del numero complessivo di spettatori che ha avuto non solo negli USA ma in tutto il mondo.

Il film è stato in testa alla classifica in Giappone, Brasile, Messico e altri paesi del mondo, luoghi dove questi film spesso nemmeno escono.

Ricordiamo che proprio la strategia di distribuzione poco ortodossa, in contemporanea nei cinema e online, ha scontentato molte catene cinematografiche, la maggior parte delle quali (AMC; Cinemark, Carmike e Regal) hanno rifiutato di proiettare il film.

Secondo Sarandos, Netflix non vuole sostituirsi alle sale, ma dare ai consumatori la scelta che vogliono:

Se vuoi andare al cinema e vedere un film in una sala buia e piena di estranei, non puoi farlo a casa. Però a casa puoi vederti un film in 4K, nel comfort di casa tua. È il modo in cui la maggior parte delle persone guarda i film, e noi offriamo ai consumatori molta più scelta di quanta ce ne fosse anni fa. Per me il cinema non è un film o uno schermo televisivo o una poltroncina in un edificio. È l’arte cinematografica.

 

 

 

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