Ma per dimostrare di aver adottato la strategia giusta, per la prima volta Ted Sarandos (che abbiamo intervistato giovedì a Milano) ha rivelato i dati delle visualizzazioni a Deadline, ovvero tre milioni di persone nelle prime due settimane:
Penso che il film sia stato proposto a un pubblico potenziale molto più ampio di qualsiasi altro film per d’essai nelle prime due settimane, o forse per tutta la sua durata in sala. E siamo solo all’inizio. Siamo entusiasti del numero complessivo di spettatori che ha avuto non solo negli USA ma in tutto il mondo.
Il film è stato in testa alla classifica in Giappone, Brasile, Messico e altri paesi del mondo, luoghi dove questi film spesso nemmeno escono.
Ricordiamo che proprio la strategia di distribuzione poco ortodossa, in contemporanea nei cinema e online, ha scontentato molte catene cinematografiche, la maggior parte delle quali (AMC; Cinemark, Carmike e Regal) hanno rifiutato di proiettare il film.
Secondo Sarandos, Netflix non vuole sostituirsi alle sale, ma dare ai consumatori la scelta che vogliono:
Se vuoi andare al cinema e vedere un film in una sala buia e piena di estranei, non puoi farlo a casa. Però a casa puoi vederti un film in 4K, nel comfort di casa tua. È il modo in cui la maggior parte delle persone guarda i film, e noi offriamo ai consumatori molta più scelta di quanta ce ne fosse anni fa. Per me il cinema non è un film o uno schermo televisivo o una poltroncina in un edificio. È l’arte cinematografica.
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