Nessuno è stato dato per finito più volte di Woody Allen. E in nessuno caso, nessuno si è mai sbagliato di così tanto. Ogni volta.

Sono almeno 20 anni che Allen viene dileggiato all’uscita di un suo nuovo film, tacciato di non essere più quello di una volta (“ci piacevano più i tuoi primi film quelli divertenti” gli dicevano già gli alieni in Stardust Memories, ed era il 1980), di essere ormai stanco, vecchio, privo di ispirazione e sempre uguale a se stesso, poi quando porta in sala uno dei suoi imprevedibili cambi di tono tocca quelli che lo accusano di non essere più in grado di fare quello che faceva bene una volta.

Tutte queste critiche, prese tutte insieme sono la cronaca di quanto quest’autore immenso non sia capito e a quanti livelli diversi questo accada. Non è capito non solo perché i suoi film continuano ad essere il miglior cinema immaginabile anche oggi, ma soprattutto perché i suoi cambiamenti sono la parte migliore della sua produzione, il suo non essere sempre A...