Il cinema fantastico Burr Steers l’aveva incrociato già nel suo primo film grande da regista dopo una carriera da attore: 17 Again, riproposizione dell’eterno sogno del poter rivivere la propria giovinezza con Zac Efron.
Se in quel film era stato un regista diligente, quando è saltato in sella al difficile treno di PPZ – Pride and Prejudice and Zombies ha deciso di, per usare le sue parole, “dirottarlo”, creandone una sua versione.

Il risultato è sorprendente viste le premesse e le promesse, da tanti punti di vista differenti. Per l’occasione l’abbiamo sentito al telefono e gli abbiamo chiesto subito come sia entrato in contatto con la produzione del film e quale sia stato lo spirito con il quale si è messo al lavoro sul testo.

Il progetto era in giro da tempo, già un altro regista doveva adattarlo, erano lì lì per farlo, ma alla fine cadde tutto. Quando sono entrato conoscevo il libro ma ho scelto di dirottare tutto il progetto, ho riscritto la sceneggiatura e rifatto il casting. Inoltre ho scelto anche di girare in Inghilterra. A quel punto la produzione ha cominciato a trovare il grosso dei soldi, quando già presentava la mia di sceneggiatura. Insomma l’abbiamo finanziato come si fa con i film indipendenti.

Cosa hai portato tu di nuovo?

La mia idea era di raccontare un mondo in cui la pandemia zombie era già accaduta, prendere Orgoglio e pregiudizio e ambientarlo in quel mondo. Alcuni registi teatrali adattano il Riccardo Terzo alla Germania nazista, io ho fatto lo stesso con Jane Austen.
Ho anche inserito più elementi del romanzo, ho rimesso molte cose della storia tra Elizabeth e Darcy che erano state sottratte, il primo script non aveva tutto quel senso da Jane Austen che ho cercato di dargli io.

La realtà che hai creato alla fine è molto vicina allo steampunk…

Lo steampunk è lì ma più che altro per il periodo, quello della rivoluzione industriale. Nel mio mondo però tutto è come è perché costruito con gli zombie in mente, anche le case sono progettate per resistergli. Inizialmente volevo avvicinarmi anche di più allo steampunk poi ho capito che il rischio era di finire come lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie, in cui quegli elementi ti distraggono. Invece a me piace più l’ambientazione di I tre moschettieri, in cui cose come il primo sottomarino sono solo elementi accessori, strumenti che ti catturano l’attenzione per poco.

Alla fine quanto diresti che hai usato della struttura di Orgoglio e Pregiudizio?

Praticamente tutto, ho sottratto giusto alcuni elementi andando avanti, ma la struttura è tutta lì e poi ci ho aggiunto l’apocalisse zombie.
Quel libro ha dei personaggi molto forti e moderni, per questo sono molto riutilizzati da tutti. Pensa solo a Bridget Jones che è esattamente quello ma anche le screwball comedies o le semplici commedie romantiche dagli anni ‘20 in Orgoglio e Pregiudizio e Zombiepoi: c’è una coppia che dovrebbe stare insieme fin dall’inizio ma li separi e per tutto il film cerchi di rimetterli insieme.

Di film con zombie ne abbiamo visti davvero tanti e suppongo anche tu. Hai cercato di rendere i tuoi zombie diversi dagli altri?

Sì, mi sono documentato molto sul folklore relativo agli zombie e di mio sono appassionato di storie popolari di paura o figure come l’Uomo Nero [Boogeyman ndr]. Volevo dargli un tocco da Io sono leggenda, ma non il film con Will Smith, dico proprio il romanzo di Matheson degli anni ‘50 da cui ho preso l’idea che gli zombie concepiscano se stessi come una razza in evoluzione che deve soppiantare gli umani.

Dai film di zombie abbiamo imparato che ci sono delle regole, una mitologia legata a queste figure. Sebbene non esistano molti trattano queste regole come se fossero personaggi veri, ti sentivi in dovere di adattarti alla storia degli zombie nella cultura popolare?

Questo che accenni è un elemento con cui ad un certo punto ti devi scontrare, ma io non credo alle regole. Sono roba da film recenti di serie B o C, sei tu in realtà a creare il tuo mondo con le tue regole nel tuo film. Devi farlo. Specie se immagini l’apocalisse zombie come una malattia. E poi posso sempre dire che essendo ambientato prima di qualsiasi altro film di zombie dovrebbero essere loro a ispirarsi a me [ride ndr].
I miei zombie hanno un po’ di coscienza di quando erano persone, il cervello è marcio e incattivito, come accade con la demenza o la follia, ma i contagiati sono comunque una versione distorta delle persone che erano prima.

Per unire gli zombie movie e quelli romantici guardavi ad esempi diversi? Avevi influenze diverse?

In un certo senso sì. Per gli zombie uno dei film che trovo migliori è 28 giorni dopo, mi piace proprio come è stato realizzato, specie il sound design. C’è una storia famosa su quel film: il primo test con il pubblico sembra che non funzionò per niente, poi però cambiando il sonoro andò benissimo, perché nell’horror il sound design è tutto.
Per la parte più vicina a Jane Austen invece credo che Persuasione sia l’adattamento più riuscito, nonchè il miglior film di Roger Michell. Tra tutti è il più duro e realistico.

Il film è pieno di donne forti che lottano e sono molto più abili degli uomini. Non temevi che questo rovinasse il romanticismo?

No perché anche quello in fondo viene da Jane Austen, è un’amplificazione dei suoi temi. Le donne in quei romanzi sono le più sagaci e quelle che nella lotta sociale sono più abili.
Inoltre sappiamo che in tempo di guerra le donne spesso sono ottime guerriere, ciò che accade ora con i curdi o nell’esercito israeliano ce lo conferma.

Come hai scelto il cast?

Sfidavo tutte le attrici ad un combattimento di Kung Fu, se alla fine rimanevano in piedi erano prese [ride ndr]
No davvero, volevamo una protagonista in ogni parte, niente caratteristi o esperti di ruoli secondari. Abbiamo cercato tra i migliori attori in procinto di sfondare e il caso ha voluto che fossero tutti degli atleti, che è strano, forse fortuna.
Addirittura anche Lena Headey era già pronta. Tutti hanno dovuto allenarsi nelle arti marziali per un mese ma quando lei è arrivata alla sua prima lezione il coordinatore degli stuntmen ha detto che andava già bene così.

 

Questa la sinossi ufficiale:

PPZ – Pride and Prejudice and Zombies è la nuova rivisitazione dell’acclamato capolavoro di Jane Austen.
Una misteriosa epidemia si è abbattuta sull’Inghilterra del XIX secolo e il Paese è invaso dai non morti. Elizabeth Bennet e le sue sorelle sono maestre nelle arti marziali e nell’uso delle armi e sono pronte a tutto per difendere la loro famiglia dalla temibile minaccia. Forte e risoluta, Elizabeth dovrà scegliere se continuare a combattere proteggendo le persone che ama o cedere all’attrazione per l’unico uomo capace di tenerle testa, il tenebroso colonnello Darcy.

Il film è diretto da Burr Steers e interpretato da Lily James (Cenerentola), Sam Riley (Maleficent), Jack Huston (American Hustle – L’Apparenza Inganna), Bella Heathcote (Dark Shadows), Douglas Booth (Jupiter – Il Destino dell’Universo), Matt Smith (Doctor Who), Charles Dance (Il Trono di Spade) e Lena Headey (Il Trono di Spade). L’uscita è prevista per il 4 febbraio 2016 in Italia.

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