Ai bordi delle strade dio è morto, [..] nei miti dell’ estate dio è morto…

Quando per Dio si intende il 3D. E per miti dell’estate il lontano 22 luglio del 1983, data di uscita ufficiale de Lo Squalo 3-D.

Sì… Perché il cinema corteggiava la terza dimensione ben prima che James Cameron, col suo Avatar, la riportasse sul grande schermo. Citando in incipit Guccini vogliamo evidenziare quanto la stereoscopia sia un moda, un evento, “un mito” che tende a riproporsi di decade in decade sugli schermi.

In tanti l’hanno data per una tecnologia morente. Alcuni anche prima in netto anticipo. Ai tempi di Venerdì 13: Weekend di Terrore e Amityville 3D i pur leggeri occhialini anaglifi rosso-magenta erano indigesti al grande pubblico: la colorimetria del film si alterava indossando le lenti, caratteristica che peraltro ha influito pure sulle attuali riproposizioni tecnologiche (3D attivo e 3D passivo con occhialetti polarizzati).

Eppure chi l’avrebbe mai detto? Chi poteva immaginare che la nuova incursione stereoscopica sarebbe durata così poco?

La sentenza arriva dallo scorso CES di Las Vegas, la fiera dei nuovi mercati, in particolar modo il trampolino di lancio per le innovazioni televisive, in cui la BDA (Blu-ray Disc Association) ha presentato le specifiche dell’imminente formato Blu-ray 4K Ultra HD (qui i primi titoli annunciati) dove il 3D non è contemplato.

Riavvolgiamo il nastro. Pausa. Il 3D estromesso dal nuovo disco Blu-ray? Sul serio?

La direttiva ha dell’incredibile, specialmente considerando che la terza dimensione ha vissuto una vita parallela (e più radiosa) in Home Video che nella sua controparte cinematografica. Nel marasma dei multisala dello stivale improvvisati a proiettare il 3D solo pochi cinema avevano, e hanno tutt’ora, una strumentazione adatta ad una visione stereoscopica luminosa e di qualità.

Da qui la necessità di fruire dell’aggiuntiva dimensione grazie al formato Blu-ray 3D tra le mura domestiche con un televisore, un videoproiettore o un monitor gaming abbinato agli inseparabili occhialini. Pur non potendo beneficiare degli immensi schermi dei multiplex, il consumatore poteva ritenersi comunque soddisfatto: la visione domestica ha spesso colmato le lacune delle sale mal attrezzate, così come ha consentito di gustarsi restauri e riconversioni di classici bypassati dalla programmazione italiana (es. Jurassic Park 3D).

È quindi curioso che sia proprio il prossimo Blu-Ray a recidere quel cordone ombelicale che univa così saldamente Hollywood, le conversioni stereoscopiche e il conseguente rincaro del biglietto.

Come ci sottolineava il direttore del cinema Clarici di Foligno (prossimamente il resoconto del nostro colloquio): il 3D non è più trainante come una volta. Riportiamo le lancette indietro di sette anni: era il 2009 e Avatar aveva riportato la terza dimensione in sala nonché inaugurato una stagione cinematografica catalizzata dalla presenza del blockbuster del mese occupante due sale; una destinata alla visione classica in 2D e una stereoscopica in 3D.

A febbraio 2016 la situazione è ben diversa. Che sia colpa della scomodità degli occhiali, che sia colpa dell’industria che non ha mai creduto nella produzione di contenuti, che sia colpa delle cattive e frettolose conversioni da 2D a 3D, la terza dimensione ha perso la sua magia.

Preoccupanti le analisi di ET NEWS il cui sondaggio assicura che non sarà una morte lenta dal momento che un grande produttore di schermi come LG ha relegato la funzionalità 3D al solo 20% della gamma, contro il 40% della scorsa stagione. Fare televisioni 3D è costoso: l’impressione è che saranno sempre meno i tv Full HD 3D di fascia media e che la feature sarà integrata esclusivamente sui modelli di fascia alta.

Come tuona il direttore della fotografia Roger Deakins (Sicario, Prisoners) riferendosi alla pellicola:

Mi dispiace, è finita. Ora andiamo avanti.

 

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