Per anni, sul grande schermo, siamo stati abituati a uno schema narrativo tipico, fatto di un eroe o di un’eroina, di una controparte sentimentale e di un avversario. Ma ad affiancare il villain trovavamo l’immancabile servitore, lo sgherro di riferimento, il tirapiedi di ordinanza pronto a prestare la propria opera sul campo, al servizio del perfido antagonista. In linea di massima era sciocco o fisicamente inadeguato, ma con le dovute varianti e le opportune eccezioni. Jago, l’irriverente pennuto assistente di Jafar in Aladdin, era tutto fuorché stupido. In Anastasia di Don Bluth, Bartok rubava spesso la scena al perfido Rasputin. Nel Robin Hood della Disney non era affatto sciocco Sir Biss, lo strisciante servitore del Principe Giovanni, che aveva sempre in mano la situazione senza essere mai preso sul serio. Diversi sono i casi più classici come il malcapitato Rospus, scagnozzo di bassa lega del potente Re Cornelius di Taron e La Pentola Magica: orrendamente deforme e opportunament...
Ogni villain carismatico che si rispetti, nel cinema d'animazione, ha accanto a sé un fedele servitore. Ma è ancora così? Non necessariamente. Vediamo perché
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