Al cinema, la tecnologia ha cambiato e sta ancora cambiando i gusti del pubblico. Il fotorealismo de Il Libro della Giungla di Jon Favreau è soltanto l’ultimo esempio di uno standard qualitativo che impone ai cineasti sia una solida padronanza del mezzo che una forte etica della responsabilità. In gioco c’è la possibilità di continuare a appassionare gli spettatori, scongiurando il rischio di appiattire il grande spettacolo in un grande esercizio di stile. Favreau è riuscito a centrare l’obiettivo, ma il suo film è il prodotto di tante tappe intermedie che lo hanno preceduto. Vediamo come negli ultimi anni il cinema, tra alti e bassi, ha utilizzato CGI e motion capture per raggiungere nuovi picchi di realismo e dare nuova linfa vitale all’industria e alla propria capacità di raccontare storie per immagini.

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