I comici solitamente sono buffi. I comici fanno facce esagerate, hanno fisici strani o volti particolari. Se non li hanno al massimo compensano con una fisicità esplosiva, con una capacità di far ridere muovendosi o ancora con una mimica facciale al limite della deformazione. Gene Wilder non aveva niente di tutto ciò nelle sue corde attoriali, eppure la commedia è stata solo la seconda parte della sua carriera, la prima era nel cinema comico puro, il più stralunato, scemo e buffonesco dei suoi anni: le parodie di Mel Brooks.
Wilder si muoveva dentro commedie sofisticate come anche dentro mondi comici esilaranti con la nobiltà di passo di un David Niven e molta più antipatia
Il motivo per il quale quest’attore che identifichiamo con gli anni ‘70 e ‘80 è rimasto stampato nella testa di tutti con solo poco più d’un pugno di film realmente noti (Non Guardarmi: Non ti Sento, Frankenstein Junior, Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato, La Signora in Rosso, Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco, Per ...
Certo sono stati i film e i ruoli interpretati (che spesso ha anche scritto) ma c’era in Gene Wilder una qualità unica: la sua apparente distanza da tutto
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