Dopo aver aperto il 73esimo Festival del Cinema di Venezia, La La Land di Damien Chazelle è volato dall’altra parte dell’oceano Atlantico per atterrare nella città montanara di Telluride, in Colorado. La località è sede di un Festival più piccolo di Venezia e Toronto, ma decisamente importante in quanto a presenza di pellicole e, soprattutto, player dell’industria cinematografica.

In USA come in Italia, il musical di Chazelle ha ottenuto un grandissimo trionfo critico raccogliendo consensi fra i membri della stampa e ricevendo il “pesantissimo” (in termini di richiamo mediatico e prestigio) attestato di stima di Tom Hanks.

La star, presente insieme a Clint Eastwood per un Botta&Risposta a margine della presentazione di Sully avvenuta al Festival di Telluride, è finita per ricoprire di lodi La La Land proprio durante il Q&A del lungometraggio prodotto dalla Warner di cui è protagonista.

Dopo l’osservazione fatta da Eastwood relativa alla sua volontà di continuare a realizzare film su materiali originali, il due volte Premio Oscar come Miglior Attore ha “inserito” le sue considerazioni sull’opera interpretata dall’autore di Whiplash:

Mi piace pensare che ci avviciniamo ai film nella stessa maniera in cui ci avviciniamo a essi quando ci troviamo a essere membri del pubblico col desiderio di vedere qualcosa di inedito e mai visto prima. È divertente. Quanti di voi hanno visto La La Land ieri? Quando vedi qualcosa del genere, che non ti eri minimamente immaginato, pensi “Santo cielo, per fortuna che lo hanno realizzato”. Un film come La La Land è un anatema per gli studios. Primo: è un musical. Secondo: Nessuno conosce già le sue canzoni.

Tom Hanks ha poi proseguito ironizzando sul fatto che la Warner avrebbe sicuramente fatto salti di gioia per il pubblico supporto dato a un film concorrente durante un evento dedicato a una pellicola da lei prodotta, per poi articolare ancor più il suo pensiero:

Non si tratta di un film che s’inserisce in un trend. Penso che fungerà da vero e proprio test per l’audience nazionale perché non ha nulla di quello che normalmente gli studios desiderano. Oggigiorno vogliono che la gente abbia già una consapevolezza forte di quello che sta per vedere, motivo per cui si fanno così tanti sequel. La La Land non è un sequel, nessuno ha idea di chi siano i suoi personaggi… Ma se il pubblico non andrà a vederlo e non accoglierà a braccia aperte un film come questo, allora siamo condannati. Siamo tutti ben consapevoli degli aspetti commerciali del cinema. È un settore crudele, massacrante che non fa prigionieri. Ma esiste sempre la possibilità che il pubblico veda qualcosa di realmente nuovo di zecca, che non si aspettava. E che lo accolga calorosamente celebrandolo a dovere. Noi possiamo anche trovarci in una posizione privilegiata dell’industria in cui possiamo tranquillamente dire che non abbiamo bisogno di preoccuparci dei trend, ma ci sono tante persone in cui i parcheggi riservati a loro nome sono ottenuti proprio grazie all’inseguire di queste mode. Non li sminuisco minimamente anche perché ci sono degli ottimi film che nascono da determinati filoni. Ma se c’è un motivo per cui tutti noi andiamo al cinema è per andare in luoghi che non avevamo mai visto prima.

Eastwood, che ha poi affermato di non aver ancora visto La La Land, si è domandato quanti “no” abbia dovuto incassare Damian Chazelle prima di riuscire a dare forma alla sua opera. In effetti, il regista aveva questo progetto nel cassetto da anni, ma è riuscito a ottenere il via libera (dalla Lionsgate) dopo l’esprdio al fulmicotone di Whiplash.

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