“Le persone erano solite pensare – e c’è chi lo crede ancora – che le Fan Convention siano l’ultima spiaggia di attori un tempo noti. Oggi non è più così”.

A parlare è il protagonista di Arrow, Stephen Amell. Un attore che, per due giorni di presenza fatti di panel, foto e autografi (rilasciati a pagamento, naturalmente) a una Con di qualche genere, può portarsi a casa anche 250.000$ per due giorni (anche se non ha confermato l’entità dell’importo).

L’Hollywood Reporter ci racconta i retroscena economici delle Fan Convention con un interessante dossier, grazie al quale possiamo apprendere che star come Norman Reedus (The Waling Dead), “qualsiasi interprete di Doctor Who”, gli interpreti dei vari cinecomic Marvel o di Star Wars, possono intascare cifre variabili fra i 200.000 e i 500.000 dollari per un fine settimana trascorso in questa o quella convention. Questi appuntamenti negli ultimi anni stanno letteralmente proliferando – tanto da portare a una saturazione dell’offerta come sostiene James Frazier, l’ideatore della Walker Stalker dedicata a The Walking Dead – come conseguenza della popolarità sempre crescente di svariate serie Tv e franchise cinematografici vari ed eventuali.

Il giro d’affari è ingente, tanto che i protagonisti dei vari show Tv possono finire per guadagnare più denaro da una convention (fra il gettone di presenza e i proventi delle foto, autografi e meet & greet con i fan) che da un singolo episodio della serie in cui compaiono. Proprio per questo, il già citato Stephen Amell, dimostrando una saggezza imprenditoriale non così scontata, ha aperto una sua talent agency, la WFA Entertainment, per supportare (e, chiaramente, fatturare) i colleghi che devono districarsi nella “giungla” delle Fan Con. “Voglio avere il pieno controllo delle operazioni come queste e non voglio essere rappresentato da terzi”.

Il funzionamento di una convention – compresi il Comic Con o la Star Wars Celebration – è semplice e, lo sottolineiamo per evitare fraintendimenti giacché l’articolo del THR non ha nulla di “scandalistico”, estremamente cristallino. Si paga un biglietto d’ingresso il cui costo varia a seconda del quantitativo di giornate in cui si vuole partecipare e in relazione alla volontà di spendere più denaro per acquistare quelli – tendenzialmente limitatissimi – che garantiscono l’eventuale “status VIP”. Poi, una volta all’interno del Centro Congressi o del luogo preposto al tutto, i visitatori hanno la possibilità di acquistare autografi (realizzati al momento), di fare delle foto e partecipare a dei Meet & Greet con le varie star.

Il magazine cinematografico pubblica anche una tabella in cui vengono riportate le “etichette del prezzo” di alcuni attori e attrici. Per una fotografia con la giovanissima Mille Bobby Brown di Stranger Things bisogna pagare 50 dollari, fino ad arrivare ai 195 di una fotografia + autografo by Mr. Luke Skywalker Mark Hamill.

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L’Hollywood Reporter segnala che alcuni produttori non vedono di buon occhio la partecipazione delle varie guest star o “recurring actor” alle Convention nel momento in cui decidono di dare la precedenza a queste occasioni rispetto a potenziali proposte di lavoro. Ma c’è anche chi, come il produttore di Arrow e Legends of Tomorrow Marc Guggenheim, spiega senza peli sulla lingua, che i profitti delle Con possono essere la molla per far sì che un attore o un’attrice decida di entrare a far parte di uno show: “In un contesto dove i residual [il denaro che arriva agli attori dalla trasmissione e dalle repliche di un film o telefilm, ndr.] contano sempre meno, sono proprio le Convention ad aver occupato la loro posizione. Ho degli amici attori che non fanno altro che ripetermi in continuazione quanto puntino a sfondare nella tv o cinema di genere per riuscire a entrare nel circuito delle Con”.

Interessante, in tal senso, la dichiarazione di Jewel Staite (Firefly), che l’anno scorso ha preso parte a 12 eventi mentre era in dolce attesa: “Il fatto è questo: una guest star in tv può prendere intorno ai 10.000 dollari, mentre con una convention puoi guadagnare la stessa cifra, se non il doppio o il triplo. Se mi sia capitato di rifiutare dei piccoli lavori in favore di una Con? Assolutamente sì. Sarebbe sciocco da parte mia accettare un ingaggio che mi renderebbe 10.000 dollari per una settimana di lavoro, quando partecipando a una Convention di una certa importanza me ne posso tornare a casa con 40.000 dollari in due giorni”.

 

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