Il 22esimo capitolo della saga di Bond, Quantum of Solace, è stato diretto da Marc Forster in un momento particolarmente difficile per gli addetti ai lavori, soprattutto per via del famoso sciopero degli sceneggiatori portato avanti tra il 2007 e il 2008. Intervistato da Collider, il regista ha ricordato come, otto anni fa, diresse il film con una tabella di marcia serratissima e sulla base di uno script inizialmente incompleto:

È stato diciamo interessante, perché non avevamo uno script finito. E in quel momento volevo tirarmi fuori, ho davvero pensato “Ok, forse è il caso di tirarsi fuori perché non abbiamo una sceneggiatura terminata e pronta“. Ma tutti allora dissero “No, dobbiamo fare questo film, lo sciopero finirà presto quindi nel frattempo possiamo girare con ciò che abbiamo e poi finire tutto”. E io dissi “Sì bene però il tempo stringe…“. Insomma, alla fine ho detto di sì. L’idea era di fare una specie di seguito di Casino Royale, e alla fine mi ero detto “Ok, nella peggiore delle ipotesi ne verrà fuori una specie di film di vendetta in stile anni 70, tanta azione e inseguimenti, e montato in modo che ci sia più azione che storia (ride) per camuffarlo!”.

Foster ha ammesso di aver affrontato gran parte del processo di scrittura delle parti mancanti durante le riprese, aggiungendo molta pressione ai lavori:

È stata una follia, perché la pressione era incredibile. Stavamo facendo un film di Bond, ed era anche una sorta di seguito di Casino Royale, che è uno degli scritti migliori di Ian Fleming. Avevamo solo cinque o sei settimane per montarlo, una volta finite le riprese, compreso il montaggio sonoro e tutto il resto. Anche se, in tutta sincerità, questa era l’ultima delle mie preoccupazioni perché lo abbiamo montato anche in corso d’opera, mentre io contemporaneamente mi assicuravo anche che gli effetti visivi funzionassero e che la storia reggesse. Il mio incubo era che lo sciopero degli sceneggiatori andasse avanti, cosa che ci avrebbe di fatto impedito di avere una storia completa. C’erano già una data di uscita, cinque settimane di montaggio in programma, e se tutto non avesse funzionato… il film sarebbe uscito ugualmente! Quindi io pensavo “Chissà se lavorerò ancora dopo questo progetto” (ride).

Nonostante le difficoltà, il regista si è detto soddisfatto del risultato finale:

Alla fine sono abbastanza soddisfatto del film e devo dire che ora, a distanza di anni, mi sembra che la gente continui ad apprezzarlo. Ha avuto successo quando è uscito al cinema, ma credo che abbia guadagnato fama col tempo.

 

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Fonte: Collider

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