Nei film dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne quando le cose vanno male poi solitamente peggiorano.
La loro realtà, così concreta e apparentemente documentaristica (spoiler: non lo è per niente, anzi per arrivare a quest’impressione si servono del massimo della tecnica del cinema di finzione) è un mondo in cui tutto va storto e gli eventi sembrano congiurare contro i protagonisti, spesso già non troppo fortunati di loro, per metterne alla prova le capacità di giudizio. Nel campionario di personaggi che popolano i loro film ci sono molti ragazzi e alcuni adulti che convivono con terribili decisioni o devono prenderne di improvvise. La loro firma in ogni storia è un’ambiguità morale fortissima, costruita a tavolino come un puzzle, un modo scientifico di confondere le acque e non fornire nessuna chiave di lettura del mondo. Come se con la loro intera filmografia volessero dimostrare che più si guarda con attenzione una situazione, un evento o un problema meno è possibile gi...