Con due lungometraggi all’attivo (I REC You e Alienween) Federico Sfascia è uno dei registi meno inquadrabili del panorama italiano. I suoi film girano intorno all’orrore ma per sua stessa ammissione sono più divertimenti sul tema del fantastico, su come cioè la realtà sì apra ad eventi di fantasia nella maniera più godereccia e godibile possibile.
Alienween in particolare tra i molti giri è ora al Trieste Science+Fiction Festival, presentato in virtù della presenza di alieni. Non è fantascienza ma del resto non è nemmeno orrore vero nonostante si diverta tantissimo a fare splatter. Forse commedia è il termine migliore ma non nel senso che siamo abituati a immaginare.

Budget dichiarato 6mila euro, spesi nel sangue finto e nello slime, nei cestini e nelle bollette elettriche (sic!).

Ma è vero che esce in America in DVD?

“Sì, diciamo… Ma è un’edizione di cui non sono contento. Non mi piace com l’hanno venduto, il trailer sembra Maccio Capatonda, uno lo vede e pensa sia un horror invece trova una cosa grottesca e alla fine se si incazza ha ragione. Ma anche l’edizione… Coi titoli sbagliati, i nomi degli attori sbagliati e sembra una cosa masterizzata in casa”.

Certo visto da fuori è esilarante. Sembra un’edizione da strapazzo da storia di Joe Dante, sembrano i racconti di come uscivano in America i filmacci di serie B europei negli anni ‘60…

“Eh sì, è una casa che fa film horror orribili e rappezzati e il mio, che poi manco è un horror, direi che è un po’ più di orribile e rappezzato. Almeno spero”.

Tu invece come lo venderesti, come lo spiegheresti a chi lo deve vedere?

“Credo che il trailer che ho montato dica tutto. Finisce con “Basato su eventi realmente accaduti” [ride ndr] ha tutte le scene splatter ma con musica allegra. Perché alla fine, nonostante la nota melodrammatica finale, lo puoi vendere come uno splatter allegro e spensierato, ecco io magari punterei su quello invece che sulla tensione, perché non è quello il gioco del film.
Poi io non so vendere eh, però sicuramente la parte colorata, dinamica la userei come punto di forza. Da acquirente, anche la copertina che hanno scelto non la guarderei nemmeno. Però è il gusto mio….”

https://www.youtube.com/watch?v=sm7e_RBN0IE

Che tipo di mercato c’è per film come Alienween?

“Questo per l’appunto l’ho venduto al momento in America e Canada (probabilmente nel cestone degli horror), di certo i festival me lo chiedono molto.”

In Italia non c’è speranza di distribuzione?

“Non credo. Ho provato anche a contattare qualcuno che ha pubblicato roba indecente, indipendente italiana ma niente. Non mi hanno risposto. Sai è un film che richiede di stare al gioco, ma io le vedo così le storie non è che posso fare altro”.

Questo genere di produzioni ad oggi possono girare solo in home video, era nato così?

“Sapevo che sarebbe andato in home video e che al massimo poteva passare in sala in Giappone. Ai festival viene proiettato nelle sale e vedo che sono sempre tutti contenti. Ma è un film fatto con pochissimo, avevo tre faretti motivo per il quale è pieno di inquadrature strette. Per il resto è tutta roba riciclata o mia. Prendi per esempio gli esterni della casa fatti con il modellino, quella è una casetta della Lavazza che c’è avevo, ci ho puntato il faretto, l’ho ripresa con il grandangolo da giù, ho aggiunto la Luna e il cielo e poi ho fatto le comete con l’incenso e via”.

Il film è divertente per le battute e divertente per le situazioni e poi ha un suo divertimento unico nel fare l’horror. La sua trama potrebbe appartenere ad un horror canonico, invece come lo fai tu diventa divertente, dove sta secondo te questo scarto? Come lo ottieni?

“Innanzitutto a me spaventano molto le dinamiche d’idiozia della gente, per me The Office fa paura, e mi piace mettere negli horror queste dinamiche di stupidità ed egoismo.
A me piace quel tipo di cinema espressionista o di sovrapposizioni, effetti analogici e mi riporta alla dimensione di gioco che per me è importante in quell’horror lì, non di paura o tensione ma più come declinazione del fantastico. La realtà che cambia e diventa fantasiosa ha una grande componente di gioco. Infantile ma in senso buono, come Joe Dante che crea immagini magari discontinue ma legate alla percezione poco consapevole dell’infanzia. Come lo fa lui è molto evocativo.
Anche perchè per ambire al realismo ci vorrebbero molto più fondi, ma per come sono fatto io sarei comunque attratto da quelle atmosfere, il divertimento nel giocare con le forme”.

Quando giri hai mai paura di esagerare nella direzione che hai preso e finire davvero nella serie Z, invece di divertirtici?

“Non ho questa consapevolezza, non penso di giocare con l’idea di brutto film ma con un tipo di effettistica e di atmosfere, non penso a che film verrà fuori. È che associo quella cosa al fantastico, almeno visivamente, perché è quella in cui sono cresciuto. Coi miliardi magari farei qualcosa tipo quello che ha fatto Coppola con Dracula, sempre e comunque fisico”.

Il contrario della Asylum che si diverte anch’essa moltissimo con il cinema a bassissimo budget ma ha una passione per gli effetti digitali. Ti piacciono i loro film?

“Non li ho visti tutti ma Sharknado è un capolavoro! Attenzione però non perché è fatto male e fa ridere, lo ammiro proprio, dalla genialità produttiva con cui sul primo usano le immagini di repertorio alla curva a rialzo ammirabile che poi prende negli altri film, ha una libertà fantastica. E poi i personaggi di film in film hanno una coerenza con se stessi pazzesca. Con le giuste differenze è quello stesso spirito anarchico di L’armata Delle Tenebre, ma con coerenza, cioè non è Kung Fury ecco! Questa volontà di rialzo gli dà coerenza nell’incoerenza.
Cioè di Sharknado ho proprio il cofanetto.
Sanno lavorare sugli archetipi in maniera stimabile, facessero questi film con i miliardi sarebbero una bomba, li fanno senza miliardi sono una bomba uguale. C’è la forza dell’idea”.

Stai lavorando ad altro ora?

“Sto facendo un fumetto, senza produzione è difficile fare film ma ho due progetti, una è una distopia (certo che senza soldi sarà difficile…) mentre l’altra è un film sullo sport”

Quale sport?

“Uno diciamo di botte”

Che è? Pugliato? MMA?

“Te lo dico? Scacchipugilato”

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