Il reboot di Starship Troopers, che sarà curato dal team di sceneggiatori che ha adattato Baywatch, si discosterà parecchio dal film di Paul Verhoeven del 1997. Dalle indiscrezioni, si parla della possibilità che l’approccio al film possa riprendere più da vicino l’aspetto militarista del romanzo di Robert A. Heinlein. Il tutto preoccupa non poco lo stesso Verhoeven che, oltre a svelare come riuscì nel ’97 a fare un film in piena libertà creativa, ha commentato che oggi tornare allo spirito del romanzo si sposerebbe bene con l’imminente presidenza Trump:

La nostra filosofia era molto diversa dal libro di Heinlein. Noi volevamo raccontare una storia doppia: una magnifica avventura con protagonisti quei ragazzi e quelle ragazze che andavano in guerra, ma anche come queste persone, dentro, erano senza saperlo sulla strada del fascismo. Siamo riusciti a fare un film sovversivo e politicamente scorretto perché la Sony cambiava la sua leadership ogni tre o quattro mesi. Nessuno è venuto a vedere cosa stavamo facendo o a esaminare i giornalieri e, ripeto, nessuno aveva il tempo di farlo perché veniva licenziato dopo tre o quattro mesi. Quindi siamo riusciti a finire tutto e a montarlo così com’è proprio perché non siamo stati sorvegliati da nessuno. Ho letto che ora vogliono fare qualcosa che riporti tutto allo spirito del libro. Noi, ovviamente, abbiamo fatto di tutto per allontanarci dallo spirito di quel libro, perché ci sembrava militarista e fascista. Ho idea che oggi tornare allo spirito del libro calzerebbe a pennello con la presidenza Trump.

Stiamo vivendo un periodo molto interessante o, se preferite, molto spaventoso. Certamente si può fare qualcosa, e calandosi direttamente nell’immediato non si mantiene alcuna distanza… c’è bisogno, per un artista, di tenere una certa distanza da un progetto. Dunque, con tutto quello che è successo di recente, ho iniziato a leggere la storia di Hitler e a studiare cosa è successo nel 1933 e nel 1934 in Germania, che può essere una metafora per descrivere cosa sta accadendo.

Apparentemente, il commento di Verhoeven ha destato un silenzio tombale nella sala stampa durante l’intervista:

Credo di aver detto qualcosa di terribile. Ovviamente, oggi, non è la stessa cosa. Chiaramente non accadrà negli Stati Uniti qualcosa come ciò che è successo in Germania nel 33-34.

Fonti: IndieWire, Collider

 

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