Come sa bene qualunque assiduo frequentatore di sale cinematografiche, sia di città che di provincia, sia mono che multi, la grande livella è la qualità di proiezione. Un problema che esiste da sempre ma che si è leggermente acuito negli anni del 3D e del passaggio al digitale. Un po’ perché il 3D se mal proiettato è fastidioso, presenta evidenti difetti e disturbi oppure è solamente buio (il problema più frequente in assoluto), un po’ perché la crescente qualità della risoluzione ha portato ad una differenza non da poco tra le sale. Non esistendo più la pellicola c’è chi è attrezzato con proiettori 2K e chi con 4K. I primi dovrebbero, nel migliore dei casi, accompagnarsi a schermi più ridotti. Ma così non è sempre.
Dall’altra parte se la pellicola era la pellicola, ovunque la si proiettasse, i file digitali possono essere proiettati con rese molto differenti in termini di colori, luminosità, contrasto e dinamica a seconda del proiettore.

Per approfondire la questione abbiamo incontrato un rappresentante dell’industria dei proiettori: Enrico Ferrari, regional sales head per Sony. A creare l’occasione è stato un evento “di parte”, cioè la volontà di illustrare le potenzialità e le caratteristiche del loro proiettore SRX-R515DS. Noi ne abbiamo approfittato per capire di più del mondo della proiezione e dell’esercizio.

Ci siamo incontrati con Ferrari nel cinema Multisala Andromeda di Roma, che ha ospitato, di mattina la nostra conversazione, ci ha mostrato il proiettore in questione e ha organizzato una proiezione di prova per noi.
Prima di passare all’intervista ci preme precisare che quel che abbiamo visto. Si è trattato di alcuni trailer (la cui qualità non era eccellente ma non è colpa del proiettore), l’inizio di Sully (la cui fotografia è però molto poco contrastata per scelte registiche) e metà di Non c’è Più Religione. Nonostante quest’ultima possa sembrare una scelta pigra per testare le potenzialità di un proiettore, va ricordato che non solo la maggior parte dei film che vengono proiettati è così, quindi non abbiamo visto un caso strano, raro e magari clamoroso che non rispecchia la media, ma bisogna ricordare che la fotografia del film di Miniero, nonostante sia di tipo naturalista (cioè che mira a nascondere la sua cura, sembrando chiara e per l’appunto naturale) è di Daniele Ciprì il quale, assieme a Luca Bigazzi, è probabilmente il più grande direttore della fotografia in attività in Italia. Naturalista sì, quindi, ma anche molto curata e qualitativamente impeccabile.

Dalla prova del proiettore non siamo usciti particolarmente stupiti. La qualità dell’immagine era impeccabile, chiaramente, ma delle molte doti, specie quelle di contrasto, del Sony SRX-R515DS non abbiamo visto traccia. I numeri e le specifiche tecniche parlano chiaro, la differenza in termini di resa esiste, semplicemente abbiamo rilevato che non è una differenza che uno spettatore abituale (chi scrive vede una media di 3-4 film a settimana in sala ma in proiezioni stampa, la cui cura è solitamente superiore a quelle ordinarie) possa notare. Questo non significa che poi nel complesso la visione non ne guadagni, pur non notandola la qualità migliora la ricezione e tiene immersi, evitando di “rendersi conto di guardare un film”, soprattutto mette a disposizione una flessibilità tale da potersi facilmente adattare a qualsiasi tipo di film venga proiettato.

Innanzitutto la parte nerd: di cosa parliamo?

“È un sistema di proiezione della serie 500, il primo è stato lanciato nel giugno 2012, ed è equipaggiato con 6 lampade. Sono una coppia di proiettori, separati e paralleli ma con lo stesso chassis. Hanno il 95% delle parti in comune”

Ovviamente parliamo di 4K…

“Certo. Considera che la risoluzione 4K è fondamentale per il cinema, per non vedere pixel in nessuna situazione. Con un proiettore 2K devi stare a seduto almeno ad una distanza dallo schermo equivalente a 3 volte la sua altezza, quindi per uno schermo 12×5 devi stare almeno a 15 metri (e sappiamo bene che non c’è mai una prima fila a 15 metri dallo schermo). Invece con la proiezione 4K devi stare almeno ad una distanza dallo schermo pari all’altezza dello schermo, esattamente come con la pellicola, dunque 5 metri in caso di un 12x5”.

Perché due proiettori uno accanto all’altro e non uno solo? Non sarebbe più economico?

“In realtà proprio il fatto che hanno il 95% della parti in comune riduce il costo e soprattutto è il sistema delle lampade a fare la differenza alla lunga. Qui ci sono 6 lampade per proiettore, quindi 6+6, ma abbiamo anche proiettori più economici per schermi più piccoli con 4 lampade (quindi 4+4). Stessa tecnologia, stesso proiettore, stesse parti di ricambio. In caso di 3D i due proiettori mandano immagini diverse (una per l’occhio destro e una per l’occhio sinistro), in caso di 2D invece si allineano e funzionano come fosse un proiettore unico”

Come fanno ad allinearsi?

“In mezzo tra i due c’è una videocamera puntata verso lo schermo che controlla l’allineamento con una precisione di 1,2 pixel”.

Ok, se parliamo di 2D la convenienza per il pubblico e per il cinema dov’è?

“Sta nel fatto che le lampade possono essere usate selettivamente, la svolta è la modularità. Il cinema può accendere quante lampade vuole e se una si fulmina non deve fermare la proiezione ma ne accende un’altra. In buona sostanza non si fermano mai e grazie alla modularità industriale possiamo fare proiettori 4K con contrasto 4 volte superiore alla concorrenza che però costa 3 o 4 volte meno. Tanto che abbiamo tantissimi proiettori così, quelli con 4 lampade, installati nei cinema parrocchiali che non hanno certo grandi capacità di spesa”.

Invece per il 3D?

“Il nostro 3D è proprietario e funziona alla stessa maniera del Real D. Il che vuol dire che questa macchina proietta su schermi almeno fino a 20 metri di larghezza il 3D (per la proiezione 2D si arriva anche a 23 metri). Ma, ti ripeto, la caratteristica più importante di queste macchine nel confronto con la concorrenza è un rapporto di contrasto superiore. Gli altri proiettori solitamente stanno su un rapporto 2000:1 e questo 8000:1. Considera che l’occhio umano percepisce un contrasto di 10.000:1 alla volta, in totale 1.000.000:1. Cioè vuol dire che a seconda della condizione percepisci 10.000:1 di contrasto di giorno al sole oppure 10.000:1 in una stanza buia con una candela. Ecco i nostri proiettori arriverebbero anche a 10.000:1 ma per stare certi diciamo che garantiamo 8000:1”.

Sappiamo però tutti che in realtà il problema vero del 3D è quello dell’illuminazione, cioè i cinema che per risparmiare sul ricambio delle lampadine non le sparano al massimo e l’immagine esce buia…

“Le nostre lampade durano tre le 3.000 e le 4.000 ore”

Sì ma comunque se le sparo meno gli allungo la vita. Anche se durano di più posso lo stesso risparmiare

“Di solito l’esercente che risparmia perde spettatori, sai adesso la gente si muove non è più come una volta che c’era solo il cinema di quartiere, quindi con macchine performanti si guadagnano spettatori, e se le fanno lavorare a bassi regimi rischiano di perderli, per cosa poi? Per niente, perché durano tantissimo.
Poi considera pure che una volta lo xenon dopo le 15.000 ore di utilizzo se esplodeva ti danneggiava lo specchio di fronte e non c’era garanzia, non te lo rimborsavano. C’era anche quel rischio. Qui invece le posso lasciare andare, non succede niente, non ne devi comprare in più e non esplodono, al massimo si spengono e a quel punto ne attivi una delle altre che hai nel sistema a doppia proiezione. Ci sono troppi vantaggi e per questo è rivoluzionario”.

L’idea sembra abbastanza semplice, come mai non è imitata dalla concorrenza?

“Il segreto della tecnologia è nel software che controlla la lampada e quello è copyright Sony. Il vantaggio di Sony è di avere un piede in altri campi dall’entertainment fino ai simulatori di volo, in cui applica già queste lampade e questo software. Solo pochi anni fa ha deciso di applicarle anche al cinema”.

Ultima questione. Ultimamente proprio per l’arrivo dei proiettori di nuova generazione, più potenti di prima, mi è capitato di assistere, durante i festival in cui alle proiezioni sono presenti anche i registi, a lamentele per la troppa luminosità, per il fatto cioè che scene che dovrebbero essere buie non lo sono perché il proiettore spara troppo…

“Sì ma ci sono delle specifiche internazionali che rispettiamo eh. La specifica DCI è di 14 foot-lamber, certo non devi esagerare con la luminosità ma personalmente ti posso dire che è molto più importante che il proiettore possa offrire un contrasto ricco”.

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