Correva l’anno 2008 quando è iniziata a circolare la news che Gore Verbinski, dopo aver sbancato il box office di tutto il mondo con i primi tre episodi di Pirati dei Caraibi, avrebbe diretto l’adattamento cinematografico di BioShock.

La stragrande maggioranza dei fan dell’IP di Irrational Games vedeva di buon occhio la cosa dato che Verbinski, con The Ring, aveva dato prova di tutta la sua versatilità e pareva quindi il nome perfetto per coniugare gli elementi spettacolari del videogame con quelli più marcatamente horror.

A produrre la pellicola doveva essere la Universal che però, spaventata dai 200 milioni di dollari di budget richiesti dal filmmaker per realizzare un’opera in tutto e per tutto Vietata ai Minori, decise poi di staccare la spina.

Un giorno fa, Verbinski ha partecipato a un AMA su Reddit a margine della promozione di La Cura dal Benessere, il suo thriller in uscita il 23 marzo in Italia con la 20Th Century Fox. In tale occasione ha avuto modo di parlare nuovamente del film che non ha mai visto la luce del sole:

Beh, non c’è una risposta breve a questa domanda, ma la spina è stata staccata quando mancavano 8 settimane all’inizio della produzione. Era un film Rated R e io volevo mantenerlo tale. Mi sembrava appropriato ed era anche un film molto costoso. Stavamo creando un mondo gigantesco dove non bastava andare su una location e cominciare a girare. Per La Cura dal Benessere abbiamo avuto la possibilità di usare delle vere location per dare forma al suo contesto. Per BioShock non poteva funzionare nel medesimo modo, dovevamo allestire tutto questo universo sottomarino. Per cui suppongo che la combinazione data dal “cartellino del prezzo” e il Rating abbia spaventato la Universal. A quel tempo c’erano stati dei film costosi e Vietati ai Minori che non avevano funzionato bene. Ora le cose sono cambiate e penso che ci potrà essere un’altra possibilità, ma quando ti trovi a due mesi dall’inizio delle riprese e nella tua testa hai già ben chiaro quello che vuoi fare e ai già girato tutto il film diventa tutto abbastanza complicato, a livello emotivo ti ritrovi in quel punto di transizione in cui da architetto di un mondo di ritrovi a essere un appaltatore. E sarebbe una situazione complicata cui tornare.

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