Hollywood piange la morte, inaspettata, di Brad Grey. Il produttore ed ex Chairman/CEO della Paramount Pictures si è spento ieri a 59 anni, circondato dalla sua famiglia, a causa di un cancro.

A febbraio Grey aveva lasciato la Paramount dopo aver guidato lo studio per 12 anni, precedentemente aveva gestito la Brillstein-Grey Entertainment lanciando serie come I Soprano o The Larry Sanders Show. È stato anche co-fondatore della Plan B Entertainment assieme a Brad Pitt e Jennifer Aniston.

Dopo aver accettato l’offerta di Sumner Redstone di guidare la Paramount, Grey ha affrontato lo scontro di potere all’interno della Viacom rilanciando la Paramount Television e contribuendo a lanciare Transformers e ridare vita a Mission: Impossible. Ma la major negli ultimi cinque anni ha anche infilato numerosi flop, rimanendo sempre dietro le altre cinque major principali di Hollywood negli incassi annuali. Anche per questo motivo Grey è stato costretto a lasciare l’azienda a febbraio, pagando le conseguenze dei disinvestimento nella produzione voluto dal management Viacom. Durante la sua gestione, la Paramount ha anche co-prodotto Iron Man, rinunciando poi all’opportunità di acquisire i Marvel Studios (un accordo giudicato troppo oneroso dalla Viacom). Ha contribuito all’acquisizione della DreamWorks SKG e all’accordo per la distribuzione dei film della DreamWorks Animation. Entrambi gli accordi sono però stati dissolti in tempi più recenti, e la DreamWorks Animation è stata acquisita dalla NBC Universal.

Tra i film che la Paramount ha prodotto sotto la sua gestione è incluso il franchise di Paranormal Activity, oltre a pellicole come Una Scomoda Verità, Il Petroliere, Non è un Paese per Vecchi, Il Curioso Caso di Benjamin Button, Babel, Shutter Island, The Fighter e il remake de Il Grinta. L’ultimo accordo stretto da Grey prima dell’addio a febbraio è stato con due compagnie cinesi, Shanghai Film Group Corp. e Huahua Media. L’accordo prevede che le due aziende finanzino il 25% o più dell’intera produzione della Paramount per i prossimi tre anni, con un’opzione per un quarto. A causa dei tagli agli investimenti all’estero da parte del governo cinese, non è chiaro se l’accordo verrà sospeso.

Fonte: THR

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