Ernest Borgnine, al secolo Ermes Effron Borgnino, è stato uno dei grandi italoamericani che hanno costruito la propria carriera hollywoodiana a forza d'interpretazioni magari meno roboanti rispetto alle più classiche icone dello star system, ma altrettanto degne di nota e attenzione.

L'attore, che ci ha lasciato ieri alla veneranda età di 95 anni (il decesso è avvenuto al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles), era figlio di padre piemontese (Camillo Borgnino) e madre carpigiana (Anna Boselli), e, qualche anno fa, aveva anche ricevuto la cittadinanza onoraria di Ottiglio, la cittadina piemontese che aveva, appunto, dato i natali a suo padre.

La gloria per Borgnine è arrivata nel 1956, anno in cui ha ricevuto il premio Oscar per la sua interpretazione di Marty Piletti in Marty, Vita di un Timido di Delbert Mann.

Eppure il suo volto bonario, "invecchiato" già in giovane età e poi restato sostanzialmente immutato negli anni a seguire – un po' come un'altra leggenda nota come Leslie Nielsen –  resta indissolubilmente legato alla memoria di pellicole decisamente badass come Il Mucchio Selvaggio di Sam Peckinpah e Quella Sporca Dozzina di Robert Aldrich, al catastrofico L'Avventura del Poseidon di Ronald Neame o l'iconico 1997: Fuga da New Jork di John Carpenter, dove interpretava il tassista.

Nel suo lunghissimo curriculum, figurano anche La Cura del Gorilla, il suo primo e unico film recitato in lingua italiana, e il doppiaggio del Mermaid Man nella serie animata di Stephen Hillenburg SpongeBob SquarePants.

Lo salutiamo con un breve estratto dalla pellicola che gli regalò la statuetta dorata negli anni cinquanta, con un contributo dalla Cura del Gorilla e con una brevissima comparsata del Mermaid Man: