Dire jeans e pantaloni equivale, in pratica, a dire Levi's.

Correva il 20 maggio 1873 e, a San Franciso, veniva brevettato quel particolare metodo di tessitura dei pantaloni da lavoro ideato da Jacob Davis che, tramite l'utilizzo di rivetti in rame per rinforzare i punti di tensione, dava vita ai jeans che tutti noi oggi conosciamo. Un indumento da lavoro che, grazie all'intuizione del sarto ebreo originario della lettonia e al finanziamento del medesimo ottenuto da un altro immigrato di religione ebraica, Levi Strauss, che anni prima aveva fondato insieme al cognato David Stern, l'ingrosso Levi Strauss & Co., sarebbe nel giro di qualche decennio, entrato nell'immaginario collettivo del mondo intero anche grazie al cinema.

Ricordiamo, fra le altre cose, che l'adattameto dei dialoghi italiani di Ritorno al Futuro, il nome "fittizio" usato da Marty McFly per celare la sua identità era proprio Levi Strauss, mentre, in originale, era Calvin Klein, all'epoca un brand meno conosciuto nello stivale.

Ma il legame fra il cinema e la Levi's passa anche per i tanti spot che hanno visto la partecipazione di attori e modelli esordienti, come, ad esempio, Brad Pitt.

 

 

O l'impiego di stereotipi cari al cinema americano, come quelli del "giovane ribelle":

 

 

Giovane ribelle anche più "cool" se indossa i suoi 501 a bordo della sua moto:

 

 

La creazione della "watch pocket" datata 1873 viene "omaggiata" anche in questo spot anni novanta diretto da Michel Gondry:

 

 

A cavallo del nuovo millennio, i Levi's sono stati i protagonisti di una delle campagne marketing più riuscite di sempre, grazie agli spot con il giallo pupazzo Flat Eric realizzati da un altro creativo francese, Mr. Oizo (pseudonimo di Quenti Dupieux), accompagnati dal brano dello stesso Mr. Oizo "Flat Beat":