Nel corso del week-end si è tenuta la 29esima edizione del Santa Barbara International Film Festival durante il quale il regista Martin Scorsese e il suo attore-feticcio Leonardo DiCaprio hanno ricevuto il prestigioso Vanguard Award.

Grazie al coverage effettuato da Collider vi proponiamo alcuni passaggi della sessione di Botta&Risposta in cui i due hanno parlato in maniera estesa ed approfondita delle loro molteplici collaborazioni e non solo.

Sui suoi due ultimi ruoli, Gatsby e Jordan Belfort, DiCaprio dice:

La verità è che sono sempre stato interessato al concetto di benessere in America. Per me ruota tutto intorno al Sogno Americano e alla corruzione del medesimo. Considerato da dove provengo, sono andato in una scuola a Beverly Hills e ho sempre osservato l'altra faccia della medaglia. E' una questione che mi affascina da tantissimo tempo. Sicuramente con la crisi cominciata nel 2008, ho sempre avvertito il desiderio di portare sul grande schermo questo elemento così caratterizzante della nostra cultura, che emerge soprattutto con The Wolf of Wall Street. Ma Belfort e Gatsby hanno motivazioni simili. Provengono tutti dal "sottosuolo". Riplasmano la loro stessa identità (…) Ma Jordan è l'antitesi di Gatsby. Laddove uno è spinto solo dall'amore, l'altro lo è da quella parte del suo cervello che ci accomuna a dei rettili predatori. Ma dal 2008 ho avvertito la necessità di esplorare personaggi come questi, che sono del tutto disinteressati di chiunque ad eccezione di loro stessi.

Scorsese racconta anche di quando ha visto per la prima volta recitare DiCaprio:

Erano alcune scene di Voglia di Ricominciare che, comunque, avevo visto dopo che Robert De Niro mi aveva chiamato per dirmi: "Sto lavorando con questo ragazzino. E' davvero bravo. Dovresti lavorarci di tanto in tanto. Si chiama DiCaprio".  Gli ho risposto "Ok". L'ultima collaborazione che ho avuto con De Niro è stato Casinò, il nostro ottavo film insieme. Da quella volta poi è stato tutto un po' diverso dal solito, non è che ci vediamo così spesso. Per lui, consigliarmi qualcuno, al telefono, in maniera del tutto inaspettata, era un avvenimento davvero speciale. Non avevo visto al cinema Buon Compleanno Mr. Grape, ma mi era capitato di vederne dei pezzi in televisione. All'inizio io e mia moglie pensavamo addirittura che si trattasse di un documentario, non avevamo riconosciuto Johnny Depp. La madre era grandiosa, e Leo straordinario. Poi ho realizzato che si trattava di un film. Ho pensato "Ma chi è quel ragazzo?" poi ho letto il suo nome ed era lo stesso che mi aveva detto De Niro. Poi ha fatto Titanic, film con cui non ho avuto nulla a che fare, dato che soffro il mal di mare. Ma a quel tempo stavo attraversando un importante crocevia nella mia carriera. Avevo fatto Kundun e Al di là della Vita e non erano andati bene al box-office. Le cose stavano cambiando. Così Michael Ovitz mi fa "Non ti andrebbe di girare Gangs of New York? Sto facendo questo film con Leonardo DiCaprio che è un grande ammiratore dei tuoi film". Questo elemento è importantissimo. E' fondamentale avere un attore che vuole lavorare con te. E' partito tutto in quel modo. Mi è venuto a trovare sul set di Al di Là della Vita per parlare di come fare Gangs insieme a me.

I due raccontano del processo creativo dietro questa prima collaborazione:

DiCaprio: Ogni film è stato diverso dall'altro. Per una questione di mancanza di termini migliori, è tutta una cosa che ruota intorno all'energia. Avverti la necessità di discutere a lungo di alcune cose, mentre altre vengono scoperte lungo l'iter creativo (…)

Scorsese: Quando Leo accettò di prendere parte alla pellicola, lo script era ancora un vero flusso. Io e Jay ci stavamo lavorando da anni e il personaggio di Amsterdam doveva essere riplasmato su Leo. Era qualcosa che avevo già fatto con quello di Robert de Niro in Taxi Driver, con quello di Paul Newman nel Colore dei Soldi e con quello di Ellen Burstyn in Alice non abita più qui. Operando in questo modo, mi pare che il risultato finale sia più efficace, quando un attor e desidera davvero lavorare con te e tu riadatti il personaggio cucendoglielo addosso e permettendogli d'interpretarlo in maniera più naturale.

DiCaprio si lascia andare anche a qualche considerazione sul suo metodo:

In genere preferisco fare più ciak. C'è qualcosa di estremamente organico che a volte viene fuori già dai primi ciak, ma altre volte è un processo che richiede tempo. I dettagli hanno bisogno di affiorare, come se si trattasse di un processo investigativo in cui tu, scalando, ti avvicini sempre di più alla verità. Talvolta avviene al quinto, sesto ciak, altre volte al dodicesimo. 

Potete leggere tutto il lungo Q&A su Collider al seguente link.

The Wolf of Wall Street è ora nei cinema. Il film è tratto dalla vera storia dell'ascesa e caduta a Wall Street di uno dei broker di maggior successo degli anni '80, condannato a 22 mesi di carcere nel 1998 per frode e riciclaggio e caratterizzato da una vita personale tumultuosa e festaiola.

Assieme a Leonardo DiCaprio nel ruolo di protagonista, anche Matthew McConaughey, Jon Favreau, Jean Dujardin, Kyle Chandler, Ethan Suplee, Rob Reiner, Margot Robbie, Jon Bernthal e Jonah Hill.

Scritto da Terence Winter ("The Sopranos," "Boardwalk Empire"), il film è stato prodotto dalla Red Granite di Riza Aziz e Joey McFarland assieme alla Appian Way di with DiCaprio, alla Sikelia Productions di Scorsese e Emma Koskoff, e alla EMJAG di Alexandra Milchan. Irwin Winkler e Georgia Kacandes sono produttori esecutivi.