ATTENZIONE: L'ARTICOLO CONTIENE QUALCHE SPOILER SUL FILM

No, forse Transcendence non ci sta mostrando il futuro. Ma sicuramente ci offre degli scenari che da qui a venti o quarant'anni potrebbero rivelarsi tutt'altro che utopici.

Proprio per analizzare questo e altri aspetti legati alla singolarità tecnologica, i membri della Singularity University Michele Casucci (Ambassador per l'Italia), David Orban (Faculty & Advisor) ed Eric Ezechieli (Presidente Axelera, Alumnus), subito dopo la proiezione stampa di Transcendence cui abbiamo preso parte a Milano, hanno dato vita a un interessante incontro, che è stato moderato da Oscar Cosulich, giornalista e direttore del Future Film Festival.

Transcendence ci mette davanti a una possibilità: un giorno l'Intelligenza Artificiale potrebbe arrivare a essere talmente evoluta e potente da avere coscienza di sé, e questo potrebbe rivelarsi un problema. E, dati alla mano, la possibilità che ciò accada non è troppo remota. Casucci ha infatti spiegato che gli studiosi sono già arrivati alla seguente conclusione:

Gli ultimi cento anni hanno portato più progressi tecnologici di quanto non ne siano stati prodotti nei precedenti mille. Se la capacità di calcolo dei computer continuerà a crescere alla stessa velocità con cui è cresciuta negli ultimi decenni, entro il 2025 vi saranno computer da 1000 dollari più potenti di un cervello umano. Entro il 2045, allo stesso costo, si supererà la capacità di calcolo della somma di 10 miliardi di cervello umani.

Certo, da un lato avere dei computer dotati di un'intelligenza tanto straordinaria sarebbe sicuramente un vantaggio. Probabilmente, come si vede proprio nel film, avremmo computer in grado di aiutare l'uomo sotto molteplici aspetti e di portare a un altro livello rami della scienza come le nanotecnologie e la biologia sintetica. Ma se, proprio come avviene in Transcendence, un computer arrivasse al punto di essere tanto intelligente, autonomo e, per l'appunto, di avere coscienza di sé da poter prendere decisioni e agire senza bisogno dell'uomo, ci si troverebbe davanti a uno stadio dell'evoluzione tecnologica non confortante. Ezechieli, a tal proposito, ha detto:

La verità è che già negli anni Quaranta Isaac Asimov aveva in qualche modo predetto quanto avviene in Transcendence – e quanto potrebbe avvenire nel mondo da qui a un po' – e per questo aveva creato le Leggi della Robotica (le tre leggi stabiliscono, a grandi linee, che un robot non può recar danno a un essere umano e che deve obbedirgli n.d.r.). Quelle leggi oggi dovrebbero essere utilizzate per programmare le macchine che vengono costruite. O istruiamo in maniera precisa le macchine a obbedire all'uomo o avremo grossi problemi.

L'aspetto esaminato è corretto. Per quanto il film si concluda con un finale che riscatta la figura del PINN (il potente computer nel quale viene 'uploadato' Will), pensando alla nostra realtà, al futuro e soprattutto alla Singolarità bisognerebbe iniziare a occuparsi dell'Intelligenza Artificiale anche attraverso l'ausilio di regole precise. Il messaggio di Transcendence è che l'evoluzione della tecnologia non è una cosa negativa, ma l'importante è non lasciare che, nel portarla avanti, ci si allontani troppo dalla natura umana.

A cura di Alessandra Pellegriti