George Romero è il padre putativo, nonché il decano, dello zombie movie. Ha raccontato di notti, albe, giorni, diari e sopravvivenza dei, o dai, morti viventi e almeno un paio di sue pellicole, dalle forti connotazioni politiche, hanno fatto la storia del cinema horror e non solo. A 71 anni, non ha ancora esaurito la voglia di raccontare storie di morti viventi ma, questa volta, non si tratterà di una sua sceneggiatura originale, quanto dell'adattamento del libro di Steven C. Schlozman The Zombie Autopsies: Secret Notebooks from the Apocalypse.

Nel romanzo, il Dr. Stanley Blum è infettato, come i due terzi della popolazione mondiale, dalla tossina che trasforma le persone in zombie. Lo scienziato effettua, su un isola protetta dalle Nazioni Unite, delle ricerche autoptiche sui cadaveri dei non-morti con lo scopo d'isolare l'agente patogeno responsabile della trasformazione in putrescente essere assetato di carne umana, prima di diventare egli stesso uno zombi.

Su io9 il regista americano ha rilasciato alcune interessanti (e spoilerose) dichiarazioni in merito, insieme alla sua opinione su The Walking Dead e l'attuale moda zombie che dilaga un po' dappertutto. Vi proponiamo i passaggi più interessanti e privi di spoiler:

Sull'adattamento del romanzo.
La storia è di Steve non mia. E' un po' sulla falsariga di Andromeda. C'è molta tensione ed è molto rigoroso dal punto di vista medico. Il tizio è un dottore è c'è la necessità contingente di essere precisi. Mi viene da pensare al primo film della Hammer su Frankenstein che era molto grafico, visivo, con tutti quei cervelli fluttuanti nei liquidi e cose di questo tipo. Voglio che sia accurato e scioccante.

Sul perché non ha accettato di dirigere degli episodi di The Walking Dead nonostante sia un fan del fumetto di Robert Kirkman.
Amo i libri, ma non ho visto neanche un episodio della serie. Statemi a sentire, adoro i film di Frank Darabont e so che ha fatto un buon lavoro con The Walking Dead, ma non ho guardato alcuna puntata perché i miei zombi sono qualcosa di personale. Non volevo prendere parte a questo progetto anche se i produttori mi hanno proposto di dirigere degli episodi. Era semplicemente qualcosa che non mi apparteneva. I miei zombi sono un autentica calamità. E' Dio che ha cambiato le regole del gioco e qualcosa di terribile comincia ad accadere (…) Li uso come allegoria di fatti sociali (…) Ora c'è una sorta di rivoluzione zombi (…) Eppure, se consideriamo che il solo film di morti viventi ad aver superato i 100 milioni al box office è stato Zombieland (cosa inesatta, considerato che il remake dell'Alba dei Morti Viventi di Zack Snyder ha superato anch'esso la soglia dei 100 milioni di $, ndr), penso di aver influenzato più che altro i videogame che, messi insieme, hanno venduto decine di milioni di copie.