Uno squalo a caccia di prede. Un alieno solo e smarrito che vuole solo tornare a casa. Un avventuroso archeologo a alla perenne ricerca di preziosi reperti. Un giovane Jedi alla ricerca delle proprie origini e del proprio padre. Un piccolo profugo interstellare arrivato sulla Terra da un Pianeta ormai distrutto. Un bambino inglese con degli strani poteri che vive nel sottoscala della casa dei suoi zii. Ma anche il dramma dell'Olocausto, le indagini sull'omocidio Kennedy e la tragedia del massacro di Monaco del 1972.

Storie consacrate dal cinema rese e ancor più indimenticabili dalle partiture musicali composte dal decano dei compositori e dei direttori d'orchestra statunitensi John Williams.

La carriera di Williams, che proprio oggi compie ottant'anni (come ricordano anche i nostri amici di SW), si estende nel tempo per ben sei decadi, dal 1952 ad oggi. Sessant'anni costellati di successi e premi.

Eppure, sono i sodalizi artistici con Steven Spielberg, per il quale ha composto le colonne sonore di tutti i suoi film ad eccezione di due, e George Lucas ad averlo consacrato: nonostante il primo Oscar arrivato con la partitura musicale dell'adattamento cinematografico del musical Il Violinista sul Tetto (1971), le altre quattro statuette dorate sono arrivate proprio per gli indimenticabili score di Lo Squalo (1975), Guerre Stellari (1977), E.T. L'Extraterrestre (1982) e Schindler's List (1993).

Con la doppia candidatura ricevuta per l'imminente edizione degli Academy Awards, dove è in lizza con le musiche ideate per gli spielberghiani War Horse e Le Avventure di Tintin: Il segreto dell'Unicorno, Williams è diventato l'artista vivente ad aver ottenuto il maggior numero di candidature agli Oscar. Sono ben 47 le volte in cui il musicista è stato nominato agli Academy; meglio di lui aveva fatto solo Walt Disney con 60 nomination.

Impossibile, per ovvi motivi di spazio, citare l'impressionante curriculum di John Williams; per comodità è più pratico linkare l'ottimo elenco di Wikipedia o di IMDB.

E' molto più sensato celebrare la lieta ricorrenza riascoltando alcune delle sue partiture più celebri, proposte in totale "disordine cronologico".