Oltre allo scintillio delle statuette e alla dorata solennità della cerimonia, nella lunga storia degli Academy Awards non sono mancati anche episodi non programmati o poco riusciti. Ecco alcuni dei momenti che hanno messo più a dura prova il prestigio o la sobrietà della prestigiosa premiazione.

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1. Le flessioni di Jack Palance (1992)

Subito dopo aver ritirato il premio vinto come attore non protagonista grazie a Scappo dalla città, l'arzillo 72enne Jack Palance si sentì in dovere di dimostrare alla platea il proprio incrollabile vigore fisico, sperticandosi in prodezze ginniche senz'altro ammirevoli, anche se giudicate fuori luogo dai più. In ogni caso, un applauso alla simpatia – e alla forma fisica.

2. I creatori di South Park en travesti (2000)

Trey Parker e Matt Stone suscitarono non poca perplessità indossando – senza particolare grazia intepretativa – i sensuali panni di Jennifer Lopez e Gwyneth Paltrow, durante l'edizione in cui il loro film South Park – Il film: più grosso, più lungo & tutto intero ottenne la nomination agli Oscar per la canzone "Blame Canada". Le attrici non si dimostrarono particolarmente lusingate dell'omaggio.

3. L'attivista nudista (1974)

In pieno periodo di contestazione, nemmeno la cerimonia degli Oscar risultò immune da dimostrazioni piuttosto eclatanti: lo dimostra l'irruzione dell'attivista per i diritti gay Robert Opel, che sfrecciò in costume adamitico alle spalle del compassato David Niven, minimamente turbato nel proprio caratteristico aplomb made in UK.

4. Benigni mattatore (1997)

Nessuno potrebbe mettere in discussione il sincero entusiasmo di Roberto Benigni nel ricevere l'Oscar al miglior film straniero per La vita è bella dalle mani dell'altrettanto entusiasta Sophia Loren. La sua passeggiata sulle poltrone per raggiungere il palco resta sicuramente uno dei momenti meno "protocollari" della storia della cerimonia.

5. Rob Lowe vs Biancaneve (1989)

Quella che molti ricordano come una delle edizioni più ridicole di sempre si aprì con un agghiacciante (e interminabile) numero musicale i cui sventurati protagonisti erano nientemeno che lo stonatissimo Rob Lowe (all'epoca reduce dallo scandalo di un videoclip erotico) e la semisconosciuta attrice Eileen Bowman nei panni di una Biancaneve mai stata così leziosa. Inutile dire che la Disney non la prese bene. Non solo: seguì una lettera di protesta da parte di ben 17 star – tra cui Julie Andrews, Gregory Peck e Paul Newman, scandalizzati e amareggiati dal pietoso spettacolo. Difficile dar loro torto…

6. Angelina e l'amore fraterno (2000)

Angelina Jolie fece parlare di sé per le effusioni decisamente poco parentali scambiate col fratello James Haven durante la cerimonia, accompagnati dalla dichiarazione d'amore spassionata durante il discorso di ringraziamento per l'Oscar come miglior attrice non protagonista per Ragazze Interrotte. Angelina precisò in seguito di essere rimasta ferita dal fraintendimento di un sentimento puro e nobile come quello fraterno, e in via teorica non si può darle torto. Certo che, però, l'uso di metri e metri di lingua per un bacio è un lusso che solo pochi fratelli si concedono.

7. Michael Moore politicante (2003)

C'era da immaginarselo che, avendo sotto mano un microfono e gli occhi del mondo puntati su di sé, Michael Moore non avrebbe perso occasione per creare una sana polemica. Il suo discorso di ringraziamento per l'Oscar a Bowling a Columbine fu essenzialmente un'avvelenata arringa accusatoria contro il governo Bush. Le sue parole vennero accolte con un misto di applausi e fischi che appesantirono non poco l'atmosfera della serata.

8. Titanic, piangiamo i morti… ma non troppo (1997)

Fu un momento molto toccante quello in cui James Cameron, stringendo tra le mani l'Oscar al miglior film appena conquistato grazie a Titanic, chiese qualche secondo di silenzio per ricordare la morte delle 1500 persone scomparse assieme al grande transatlantico nel 1912 al largo di Terranova. Meno toccante, il seguente "e adesso, andiamo a festeggiare fino all'alba". Un contrasto non propriamente riuscito.

9. Vanessa la rossa (1978)

Nel suo discorso d'accettazione dell'Oscar come miglior attrice non protagonista per Julia, la bella Vanessa Redgrave – che nello stesso anno aveva prodotto il documentario The Palestinian, apertamente pro-palestinese, non mancò di elogiare l'Academy per essere "rimasta saldamente ferma, non facendosi intimidire dalle minacce di un gruppo di teppisti sionisti, il cui comportamento è un insulto alla la statura degli ebrei in tutto il mondo e alla loro grande ed eroica lotta contro il fascismo e l'oppressione". Ciò che seguì le parole "teppisti sionisti" fu coperto dai fischi e dal rumoreggiare dei presenti alla cerimonia.

10. Il forfait di Marlon Brando (1973)

Resta storico il boicottaggio di Marlon Brando che, ottenendo l'ambita statuetta come miglior attore protagonista in Il Padrino, si rifiutò di ritirarla, non presentandosi alla cerimonia e facendo parlare in sua vece la giovane attivista Sacheen Littlefeather che, vestita secondo le usanze Apache, motivò il rifiuto dell'attore denunciando il maltrattamento delle popolazioni native americane da parte delle major hollywoodiane. Un punto di svolta: dal 1973, non fu più concesso a nessun delegato, all'infuori dei presentatori, di ricevere l'Oscar – o rifiutarlo – in vece di un assente (norma da cui ovviamente sono esenti i defunti, si veda il caso di Heath Ledger).

 

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La cerimonia di premiazione si terrà poi il 2 marzo al Dolby Theatre dell'Hollywood & Highland Center. La serata verrà condotta da Ellen DeGeneres e trasmessa negli USA dalla ABC, in Italia da Sky (che aprirà un canale apposito dedicato agli Oscar). A produrre la cerimonia vi sono Craig Zadan e Neil Meron, la serata sarà incentrata sul tema degli "eroi cinematografici".