La tecnologia E’ il suo utilizzo e online l’interfaccia è l’80% dell’utilizzo.

Per questo YouTube ha (finalmente!) portato a termine il completo redesign delle sue pagine dopo quasi 6 anni di vita. Per cambiare l’uso che gli utenti fanno delle sue pagine.

Abbandonato il bianco assoluto a favore di un misto di blu, grigio, bianco e nero (in linea con il design nuovo delle altre filiazioni di Google), abbandonato il caos in cui erano prosperati i contenuti generati dagli utenti e in cui era fiorita una creatività fuori dal normale, il grande aggregatore comincia a ragionare su come prendere le redini dei suoi contenuti e normalizzarsi.

Il problema atavico di YouTube infatti sono sempre stati i suoi video. Per la maggior parte pirata, illegali, mal girati, inutili o infinfluenti, tanto da scacciare qualsiasi tipo di inserzionista serio, il quale non vorrebbe mai rischiare di finire accanto a un filmato in cui due adolescenti ne picchiano un terzo o un ciccione sproloquia per 10 minuti su argomenti non interessanti.

Ci sono voluti anni per riuscire a creare un ambiente in cui questi contenuti venissero “naturalmente” messi in minoranza ai margini e i video più professionali, regolari e presentabili diventassero la norma (il sistema di riconoscimento video per evitare infrazione di copyright, gli accordi con le etichette musicali, il partner program che condivide gli introiti con i produttori di contenuti regolari e tutto quel che ne consegue sono solo alcuni esempi di questa rincorsa alla normalità). Il design nuovo è la ciliegina.

Cambia la homepage, cambiano le pagine dei singoli video e cambiano le pagine dei canali. Chi aveva provato l’interfaccia provvisoria chiamata Cosmic Panda ha già capito quale sia la direzione. Chi non l’ha provata può capirlo già visitando la home.

Tutto è più organizzato in blocchi di colori diversi in modo da dare la priorità e maggiore visibilità ai canali rispetto ai video. I canali che gli utenti hanno sottoscritto e quelli che YouTube vuole promuovere. Questo aiuta chi ha una produzione regolare ad aumentare le sue visite e diventare più rilevante.

Dall’altra parte grande enfasi l’ha anche il flusso, che come accade su Twitter, Facebook o Google+ è il segreto per un prolungamento della navigazione. Perchè se i video dei gattini sono un problema storico di YouTube, l’altro è la poca permanenza degli utenti, i quali raramente vedono i video passando dalla home e più di frequente li guardano su altre pagine o giungendo da altre destinazioni (e tornando lì altrettanto velocemente). Proporre un flusso di notifiche social è lo stratagemma per aumentare la permanenza degli utenti (dopo averli “caldamente” invitati a farsi un account), mettere in evidenza cose come “trending”, “favorites” ecc. ecc. il mezzo per far emergere i video migliori a discapito del “rumore”.

Last but not least i film e le serie TV. Noi in Italia non ce ne possiamo essere accorti, ma YouTube in America si sta comportando sempre di più come una tv. Promuove contenuti professionali, impone una produzione regolare e scadenzata che possa formare un palinsesto e cerca sostanzialmente di dare ai suoi utenti (e ai suoi inserzionisti) tutte quelle sicurezze in termini di prevedibilità e contenuti che cercano.
Questo redesign guarda anche alla possibilità di una fruizione da televisore. Permette l’allargamento dello schermo a piacimento, gli dà una centralità nella pagina che prima non aveva e cerca di assorbire dentro di esso le funzioni di suggerimento e via dicendo.

Il nuovo design di YouTube alla fine appare da subito come un’operazione necessaria (visti gli obiettivi) e razionale, un’opera di ingegneria dell’ergonomia da social network. Ci si chiede solo che fine farà la meravigliosa serendipity che faceva emergere fenomeni effimeri ma imprevedibili e selvaggi con contenuti video di una tipologia impensabile su qualsiasi altro medium.