Pedro Almodóvar ormai fa parte di una categoria a sé stante. Il suo cinema è diverso da quello di chiunque altro, sicuramente per il modo in cui unisce delle tematiche tipicamente spagnole ai classici noir americani degli anni quaranta. Ma anche per la sua capacità di unire grottesco e dramma, volgare e sublime nella stessa storia, se non nello spazio di pochi secondi.
Qui, peraltro, le citazioni cinefile (che non riveleremo, anche se molti critici per darsi delle arie di intenditori lo faranno, nonostante questo significhi anticipare un aspetto fondamentale della pellicola) si spingono fino a citare chiaramente un episodio famoso della vita di Lana Turner, ma tutto (come sempre nel regista spagnolo) avviene in maniera naturale e senza la sensazione di fastidiose forzature (come capita, per esempio, con Tarantino e i suoi epigoni). Anche perché, nonostante la trama classicamente noir, ad Almodóvar sembra importare ben poco del caso ‘penal...
Qui, peraltro, le citazioni cinefile (che non riveleremo, anche se molti critici per darsi delle arie di intenditori lo faranno, nonostante questo significhi anticipare un aspetto fondamentale della pellicola) si spingono fino a citare chiaramente un episodio famoso della vita di Lana Turner, ma tutto (come sempre nel regista spagnolo) avviene in maniera naturale e senza la sensazione di fastidiose forzature (come capita, per esempio, con Tarantino e i suoi epigoni). Anche perché, nonostante la trama classicamente noir, ad Almodóvar sembra importare ben poco del caso ‘penal...
Raimunda è una giovane madre, che vede stravolta la sua vita e quella di chi le è vicino da un dramma inaspettato. Il nuovo film di Pedro Almodóvar ha diversi lampi di classe, ma non è il capolavoro sperato…
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